Rinnovo del contratto, le sigle si uniscono e scrivono a Crosetto.

Riceviamo e pubblichiamo la lettera della rete sindacale militare indirizzata al Ministro della Difesa Guido Crosetto

Sig. Ministro,
Le scriviamo come appartenenti alla più grande “Rete Sindacale Militare” del Comparto Difesa, Sicurezza e Soccorso Pubblico, costituita dai principali Sindacati Militari dei Carabinieri, dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica Militare.
Stiamo assistendo, silenti ma non distratti, alle manovre ed esternazioni dei Ministri del Suo governo che stanno faticosamente tentando di costruire una manovra di bilancio per l’anno 2024 che, con i pochi fondi a disposizione e con i vincoli derivanti da un debito pubblico ingente e da norme derivanti da accordi sovra nazionali, cercano di coniugare principi di solidarietà sociale con un occhio attento alla inderogabile necessità di stimolo allo sviluppo di vari settori produttivi della Nazione.
Uno sforzo che è ulteriormente complicato dalla necessità di rispondere alle mille aspettative ed alla esigenze prospettate dai molteplici interlocutori dei vari settori economici e sociali, tutti portatori di legittimi interessi e bisogni, compresi quelle derivanti da un portato discendente dagli impegni elettorali assunti in tema di riduzione della pressione fiscale e contributiva in capo alla generalità dei lavoratori e di aiuto alle famiglie meno abbienti superando modelli di assistenza preesistenti.
In particolare sul tema defiscalizzazione dei ratei della tredicesima e sulla de-contribuzione delle retribuzioni sino a determinati livelli di reddito dovrà il Governo necessariamente confrontarsi con le scriventi OO.SS. e tenere conto dei livelli retributivi del personale del Comparto, che rischia di vedersi in gran parte escluso e beffato in virtù di un livello complessivo reddituale lordo più alto, , in conseguenza però di impieghi operativi faticosi e dispendiosi quali le missioni di pace e le attività operative prolungate connesse all’attuale situazione geo-politica(controllo dei flussi migratori, missioni paesi baltici, rinnovate attività di controllo del territorio ,etc), tutte attività indispensabili per il Paese. Le voci che si continuano a rincorrersi sui temi sopraindicati non ci lasciano pertanto per nulla tranquilli.

In tutto questo noi, novelli attori nel più ampio e consolidato panorama delle rappresentanze sociali, ci troviamo al momento emarginati nell’interlocuzione politico-governativa, nonostante precise norme di legge imporrebbero un confronto in sede istituzionale – d.lgs 195 del 1995, ed essendo per cultura prudenti e restii ad avanzare con la giusta forza ed ad alta voce le, invece accorate e reiterate, esigenze che ci vengono ogni giorno prospettate dai nostri colleghi in armi, specie da quelli più giovani e con i redditi più bassi, rischiamo di non far comprendere appieno le sofferenze e le difficoltà quotidiane delle donne e degli uomini in uniforme.
Ed allora ci piace sollecitare in Lei una riflessione prendendo a prestito un affermazione che qualche anno fa, un illustre Ministro della Difesa, l’ On. Arturo Parisi ,nel suo discorso di insediamento ebbe a pronunciare, parole che ci sono rimaste nel cuore e ancor più scolpite nella mente.
Egli, prima ancora di fare riferimento agli intuibili effetti di natura sociale ed economica derivanti dal vivere in un ambiente ove la sicurezza reale e percepita è un fattore abilitante e propulsivo dello sviluppo armonioso delle relazioni sociali, di quello economico e della capacità di attrazione degli investimenti, anche e soprattutto stranieri, elemento di garanzia di un sano sviluppo economico e sociale delle comunità, ebbe però a pronunciare nel suo incipit le seguenti parole : “La Difesa della Patria, prima ancora della indispensabile Sicurezza, è la precondizione per l’esistenza dello Stato di Diritto per come siamo abituati a conoscerlo nel mondo occidentale”.
Ecco Signora Presidente del Consiglio, Difesa e Sicurezza quali fattori “esistenziali ed abilitanti” il vivere quotidiano in una società democratica, libera, armoniosa, solidale, giusta, sicura e prosperosa.
Registriamo sempre con particolare favore le generose espressioni di apprezzamento e vicinanza alle Forze armate e di Polizia militare e civile nonché agli operatori del Comparto, affermazioni proprie di ogni Governo salvo poi scoprire con una certa amarezza che solo sporadicamente ad esse seguono azioni concrete di vicinanza sostanziale sia alle Organizzazioni stesse in termini di risorse e mezzi nonché in termini giuridici, economici, contrattuali e previdenziali per gli operatori del settore. Speriamo che questa sia una di quelle situazioni in cui verranno invece anche concreti gesti di attenzione, pur consapevoli del momento particolare e senza voler esser considerati degli “egoisti” nei confronti degli altri settori economici, dei lavoratori e delle famiglie, che al pari del nostro mondo meritano significativa attenzione da parte dell’Esecutivo.
Gli obiettivi ambiziosi del Governo sul versante sociale così come quelli economici passano però necessariamente anche da noi come custodi del vivere sicuro e civile.
Dovremmo ora concretare in una proposta finanziaria omni-comprensiva le nostre istanze che non riguardano solo il tema del contratto scaduto, ma anche la trentennale problematica della previdenza integrativa e dedicata e riempire di contenuto finanziario il Fondo previsto dall’art. 95 e segg. della Legge 234/2021, il necessario intervento di “manutenzione” delle carriere e dei ruoli derivante da rinnovati funzioni in ogni campo , il concreto finanziamento della specificità disciplinata dall’art. 19 della legge n. 183/10, la necessità di far decollare l’area negoziale della dirigenza cui attribuire una forma dopo le enunciazioni di principio giuridiche, il sostanziare con finanziamenti “reali” il piano casa dei militari e degli operatori di polizia, specie per quelli più giovani e meno abbienti, piano che langue da almeno un decennio e poi probabilmente di tanto altro ancora dovremmo scriverLe e chiederLe, ma crediamo non ce ne sia bisogno, Ella sa e speriamo che nel quinquennio si possa operare sui fronti indicati.
Su due aspetti però ci attendiamo sin da subito un concreto intervento del Suo Governo.
Il contratto di lavoro del Comparto Difesa, Sicurezza e Soccorso Pubblico, è scaduto già nel 2021; occorre quindi che, per triennio 2022/2024 il Governo stanzi i fondi necessari per far fronte alle criticità sofferte anche dal personale con le stellette, con riguardo soprattutto all’ inflazione che nei passati anni ha viaggiato a doppia cifra percentuale. Abbiamo stimato (dato IPCA per il periodo 2022-2024 corrispondente al medesimo periodo contrattuale del settore pubblico pari al 16,1 % come da comunicazione Istat del 07/06/2023) che, per recuperare il potere di acquisto dei salari, occorreranno dagli 8 ai 12 miliardi per far fronte ai rinnovi previsti per i contratti del personale appartenente alla Pubblica Amministrazione, di cui almeno 3,7 Miliardi di euro , fatte salve le risorse già allocate a titolo di vacanza contrattuale, per il Comparto Difesa e Sicurezza e Soccorso pubblico.
Al contempo si deve necessariamente finanziare adeguatamente il Fondo della Previdenza “dedicata” del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia militari e civili e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, istituito in maniera bipartisan con la Legge 234/2021 , art 1 comma 95, fondo che oggi contiene una dotazione di soli 20 milioni di euro per l’anno 2022, 40 milioni di euro per l’anno 2023 e 60 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024, volumi finanziari assolutamente insufficienti alla bisogna. La norma che ora finanzia la previdenza dedicata per il personale del Comparto Sicurezza potrebbe trarre linfa finanziaria in parte anche dai risparmi di gestione delle Amministrazioni interessate, per lenire progressivamente il nocumento arrecato dalla mai avviata previdenza complementare per il comparto per uomini e donne che scontano peraltro, in virtù dei limiti ordinamentali di servizio, di un minor tempo di accantonamento dei contributi e quindi un capitale previdenziale più basso che con coefficienti di rendimento pensionistici inferiori perché legati ad una uscita dal lavoro pre-determinata non per scelta personale ma per vincoli di legge legati alla operatività , si traducono in perdite pensionistiche notevoli per il personale.
A ciò va posto rimedio subito!

Noi Sindacati della “Rete Sindacale Militare” con il nostro stile pacato ma fermo saremo assolutamente pronti e decisi in questo autunno nel sensibilizzare la politica tutta ed il governo sui temi giuridici ed economici degli uomini e delle donne in uniforme, pur riconoscendo le difficoltà complessive del momento storico in cui ci troviamo, a tal proposito si prega il Sig. Ministro della Difesa di voler partecipare i contenuti della presente lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Giorgia Meloni e al Consiglio dei Ministri tutto. Come militari siamo e saremo sempre consapevoli e fedeli al giuramento prestato, ma lavoreremo senza sosta perché si realizzi la giusta equità sociale anche per tutti coloro che indossano l’uniforme, ed al pari di tutti i cittadini della Repubblica.
Roma, 27 Settembre 2023