A pochi chilometri dal nuovo conflitto ci sono 1200 italiani di Unifil

Sulla Blu Line, a nord di Israele, operano anche gli italiani con i caschi blu dell’Onu che svolgono, da anni, attività di controllo e di cooperazione. Il ministro Crosetto guarda all’evoluzione della crisi e a una nuova guerra che preoccupa il mondo.


“Gli elementi di instabilità nella zona sono tanti, dalla Siria al Libano e Iran e Russia possono avere interesse a destabilizzare l’area”

queste le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto in una intervista a Il Corriere della Sera sulla nuova escalation israelo-palestinese.

“Giorni fa ho detto che mi preoccupava l’Iran forse più dell’Ucraina e tutti mi hanno risposto che avevo preso troppo sole. Certo Hamas non è storicamente vicino all’Iran, ma viviamo una fase in cui si saldano elementi e si individuano nemici comuni. Ora la reazione israeliana sarà molto dura».

“Sono molto preoccupato anche per i 1.200 soldati della missione Unifil dislocati al confine tra Israele e Libano perché lo scontro con Hamas è esploso al Sud, ma il rischio di destabilizzazione riguarda anche il Nord. Israele ha subìto una ferita profondissima per la modalità dell’attacco, per il numero di morti e prigionieri e per le immagini di omicidi barbari. La reazione non può che essere forte, riaprendo un fronte in cui si inseriscono tutti gli altri attori che negli ultimi due anni hanno contribuito a destabilizzare il mondo».