I parà della Brigata Folgore in Ungheria tengono alti i livelli NATO


Brigata Folgore: attività a fuoco in Ungheria.

Camp Croft (Ungheria), novembre 2023.

Si è conclusa l’esercitazione “Relentless 2” che ha visto i paracadutisti del “Nembo” di Pistoia lavorare in stretta collaborazione con il personale del 185° Reggimento Artiglieria Paracadutisti “Folgore” di Bracciano (RM), al fine di implementare le procedure tecniche e tattiche di supporto di fuoco in favore della componente di manovra italiana schierata in Ungheria.

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Brigata Folgore in Ungheria

Le operazioni sono state condotte sotto la coordinazione della Compagnia di manovra del 183° Reggimento Paracadutisti “Nembo”, con l’obiettivo di testare e migliorare l’interoperabilità tra gli assetti specialistici della componente operativa, attraverso la coordinazione nell’esecuzione delle operazioni.

Il JTAC (Joint Terminal Attack Controller) italiano del “Nembo”, ha coordinato il fuoco degli obici semoventi FH-70 e della componente mortai pesanti 120mm THOMSON. A questa prima azione di fuoco è seguito l’intervento dell’areo da combattimento ungherese Saab JAS 39 Gripen.

Durante le operazioni notturne, il nucleo TACP (Tactical Air Control Party) è stato integrato nell’attività tattica offensiva a fuoco del plotone Blindo pesanti “Centauro” del Reggimento Savoia Cavalleria (3°) e ha allestito un posto di osservazione per acquisire la posizione degli obiettivi nemici. I puntatori infra-rosso delle “Centauro” hanno massimizzato l’efficacia e l’accuratezza del tiro in condizioni di scarsa visibilità.

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L’addestramento congiunto di forze italiane e straniere contribuisce a consolidare procedure tecnico tattiche in uso negli eserciti dei Paesi della NATO.

La “Relentless 2” ha consentito l’integrazione del supporto di fuoco per la componente operativa italiana schierata in Ungheria nell’ambito dell’operazione “eVA” (enhanced Vigilance Activity) e ha implementato le capacità delle forze di garantire un’adeguata azione di deterrenza lungo il confine est dell’Alleanza.

La Brigata Folgore

La Brigata Paracadutisti “Folgore” è una delle Grandi Unità che la Forza Armata annovera fra le sue forze di proiezione.

Costituita da reggimenti composti da Volontari in Ferma Prefissata, Breve o Servizio Permanente, in virtù del particolare addestramento cui si sottopone il suo personale, rappresenta una forza di fanteria leggera sempre disponibile per l’impiego. Dotata sia di mezzi che ne garantiscono l’aviotrasporto che l’aviolanciabilità, dispone di alcune pedine blindate.

Dislocata in Toscana, Lazio e Veneto, si compone di un Reparto Comando e Supporto, tre reggimenti d’arma base, un reggimento di artiglieria, un reggimento di cavalleria di linea, un reggimento genio guastatori ed un reggimento logistico​.

Nella brigata è inquadrato anche il Centro Addestramento di Paracadutismo.

Impegnata con consistenti reparti in Libano nella prima missione operativa fuori area della Forza Armata, la “Folgore” inizia a mietere successi e simpatie.

Seguono dieci anni di relativa tranquillità sullo scenario internazionale che vengono interrotti per non conoscere più sosta nei primi anni novanta.

Un Gruppo Tattico Paracadutisti (due Compagnie del 5° Battaglione “El Alamein”, una Compagnia del 9° Battaglione “Col Moschin”, un nucleo Carabinieri Paracadutisti) e gran parte del Battaglione Logistico “Folgore” fanno parte del contingente “ITALFOR AIRONE” che dal maggio al novembre 1991 effettua in Kurdistan missioni di soccorso umanitario.

La Brigata, ad iniziare dal 25 luglio 1992, fornisce un contingente di forze per partecipare all’operazione “Vespri Siciliani”, in concorso al controllo del territorio e di vigilanza di obiettivi particolarmente sensibili.

Dal 28 dicembre 1992 al 3 settembre 1993 la “Folgore” è presente nell’operazione “RESTORE HOPE” (Italfor Ibis), in Somalia.

Da allora la Brigata, in veste unitaria o per aliquote, è stata rischierata più volte nei balcani nel quadro delle Missioni IFOR/SFOR in Bosnia e KFOR in Kosovo, della forza di pace FMP in Albania e nella Missione INTERFET a Timor Est.

Gli impegni all’estero sono quindi continuati con la partecipazione alle operazioni in Afghanistan, “Nibbio” in Irak, Sudan e Libano.

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Operazione “ENHANCED VIGILANCE ACTIVITY (eVA)” in Ungheria

La presenza avanzata della NATO in Slovacchia, Bulgaria, Romania e Ungheria è costituita dallo schieramento di gruppi tattici multinazionali, ciascuno guidato da una Framework Nation complementari alle forze dei Paesi ospitanti. 

In risposta all’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, infatti, gli Alleati hanno attivato i piani di difesa della NATO e dispiegato migliaia di truppe supplementari da entrambe le sponde dell’Atlantico. Oltre 40.000 truppe, insieme a significativi mezzi aerei e navali, sono ora sotto il diretto comando della NATO nella parte orientale dell’Alleanza, supportate da altre centinaia di migliaia di truppe provenienti dai dispiegamenti nazionali degli Alleati. 

La NATO ha rapidamente istituito quattro nuovi gruppi tattici multinazionali in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia, oltre ai gruppi tattici già esistenti in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Gli otto gruppi tattici si estendono lungo tutto il fianco orientale della NATO, dal Mar Baltico a nord al Mar Nero a sud. Inoltre, al Vertice di Madrid del giugno 2022, gli alleati hanno concordato un cambiamento fondamentale nella deterrenza e nella difesa della NATO. Ciò include il rafforzamento delle difese avanzate, il potenziamento dei gruppi tattici nella parte orientale dell’Alleanza fino al livello di brigata, la trasformazione della Forza di risposta della NATO e l’aumento del numero di forze ad alta prontezza a ben oltre 300.000 unità.

Tutte le attività operative e addestrative condotte dalle Forze Armate Italiane sul fianco orientale della NATO sono disposte dal Capo di Stato Maggiore della Difesa e svolte sotto il coordinamento e secondo le direttive impartite dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI).