Carabiniere sospeso e condannato in via definitiva. Mangiava dolci senza pagare

Era abituato ad andare in quel luogo irresistibile quasi ogni giorno, una pasticceria dove consumava prelibatezze senza mai pagare. Un comportamento che a un carabiniere (ora ex) è costato prima la sospensione dal servizio, appena verificata la notizia, poi un processo penale concluso con la condanna per concussione e, infine, la perdita del grado, una scure!

La vicenda è relativa a fatti accaduti più di dieci anni fa ma che ha visto la conclusione definitiva solo poche ore fa. Protagonista dell’accaduto un appuntato scelto che all’epoca, esattamente nel 2011, era in servizio al nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Gioia del Colle (BARI)

Il carabiniere, durante il turno, era abituale frequentatore di un bar non molto lontano dalla sede di lavoro. Andava lì per gustare i dolci fatti con amore dai pasticcieri. Non solo, gustava anche altre eccellenze locali. I piaceri del palato senza mai pagare un solo euro.

La denuncia dei colleghi

A far partire l’inchiesta penale, a febbraio 2011, furono proprio i colleghi del comando compagnia dove l’appuntato prestava servizio, inviando una informativa di reato alla Procura.

A ottobre del 2011, poi, arrivò il decreto di giudizio immediato e la sentenza di primo grado venne pubblicata nel novembre 2016, quando il Tribunale competente condannò il militare per concussione e falso ideologico: 2 anni e 8 mesi di reclusione.

A settembre 2018 la Corte di Appello, riqualificando la concussione nel reato di induzione indebita a dare o promettere utilità e riconosciute le attenuanti generiche, riformulò la pena in un anno e quattro mesi.

A giugno 2018 una luce di speranza con l’annullamento della Cassazione (assoluzione dal falso e rinvio per le altre accuse).

Nel processo di appello bis però, a marzo del 2019, i giudici confermarono l’ipotesi di concussione e la condanna (con pena sospesa) a 16 mesi di reclusione.

Già con la sentenza di primo grado il militare fu sospeso e, a gennaio 2018, escluso dall’avanzamento al grado superiore.

Il procedimento disciplinare si è poi concluso a maggio 2021 con la perdita del grado per rimozione per motivi disciplinari.

Il militare cessa dal servizio permanente e viene iscritto dall’ufficio nel ruolo dei militari di truppa dell’Esercito Italiano, senza alcun grado.

Secondo il Ministero della Difesa la condotta del militare aveva leso i principi di moralità e rettitudine che devono sempre distinguere il comportamento di un militare, specie se appartenente all’Arma dei Carabinieri, ritenendo pertanto la vicenda di gravità tale da richiedere l’applicazione della massima sanzione disciplinare.

L’iter giudiziario, la sospensione e la condanna del carabiniere

L’ ex carabiniere, non sconfitto, impugnò la sanzione dinanzi al Tar e anche i giudici amministrativi gli diedero subito torto

“La motivazione del provvedimento disciplinare evidenzia una palese ed oggettiva violazione dei doveri assunti dal militare con il giuramento nonché una condotta particolarmente disdicevole per un militare, in grado di ripercuotersi, per il principio di immedesimazione, tipico degli appartenenti alle forze armate, in senso negativo su queste ultime. In disparte ed in aggiunta alla ricostruzione operata in sede penale circa le modalità di sopraffazione con la quale dette condotte erano state attuate”.

L’ex graduato aveva denunciato anche una disparità di trattamento, affermando che in altri casi analoghi al suo non era stato esercitato lo stesso potere disciplinare pur a fronte di condotte gravi.

I giudici hanno blindato la questione replicando che non si può invocare la disparità di trattamento a fronte di provvedimenti illegittimi adottati nei confronti di terzi.

La notizia oggi è stata rilanciata su diversi organi di informazione locale e nazionali.

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