Presentazione del rapporto del SIGAR
“Police in Conflict”

Lo scorso 20 ottobre, presso la Scuola Ufficiali Carabinieri in Roma, alla presenza del Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C. A. Maurizio Detalmo MEZZAVILLA, ha avuto luogo la presentazione del rapporto “Police in conflict: lessons from the U.S. experience in Afghanistan” prodotto dallo U.S. Special Inspector General for Afghanistan Reconstruction (SIGAR) in collaborazione con il Centro di Eccellenza della NATO per la Polizia di Stabilità (NATO SP CoE) diVicenza, che ha organizzato l’evento.

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Al simposio sono intervenuti, fra gli altri, John F.SOPKO, General Inspector del SIGAR, l’Ambasciatore Stefano PONTECORVO, ultimo Senior Civilian Representative della NATO in Afghanistan, Irene FELLÌN, NATO Secretary General’s Special Representative for Women, Peace and Security, e il Ministro Plenipotenziario Luca CATTANEO, Capo Ufficio NATO del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,

“Police in Conflict: lessons from the U.S. experience in Afghanistan” è il 12° rapporto del SIGAR dal 2008, anno della sua istitutzione. Pubblicato il 1° giugno 2022, tre giorni dopo la consegna al Congresso degli Stati Uniti, dopo 20 anni e oltre 20 miliardi di dollari complessivamente spesi dagli Stati Uniti insieme all’intera Comunità Internazionale in attività di police assistance nel c.d. “Paese degli aquiloni”.

Il documento è frutto di un’intensa e pluriennale collaborazione tra il SIGAR e il NATO SP CoE sulla base di un accordo di cooperazione sottoscritto nel 2019, che ha supportato un’approfondita analisi congiunta dell’impegno della Comunità Internazionale in materia di assistenza di polizia nel corso della prolungata esperienza in Afghanistan. Il NATO SP CoE è l’unico ente esterno ad aver mai collaborato con il SIGAR in materia di Lessons Learned e uno dei soli tre partner che tale Ente abbia mai avuto in assoluto, collocandosi a fianco delle Nazioni Unite e della Banca Mondiale.

Il rapporto ha consentito di elaborare una serie di raccomandazioni volte a identificare i correttivi per migliorare l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità dell’impegno internazionale nell’ambito di missioni di sostegno e ricostruzione delle forze di polizia locali nell’ambito di Paesi caratterizzati da fragilità interne e da elevata instabilità.

Il documento evidenzia, ha ricordato Mr. Sopko, le criticità nell’approccio adottato durante i vent’anni spesi nella ricostruzione delle forze di polizia afgane e sottolinea come il loro l’impiego in operazioni militari di “counter insurgency” e la tendenza alla loro eccessiva “militarizzazione” abbia determinato una sostanziale incapacità di costituire una forza di polizia efficace, affidabile e credibile nel garantire l’ordine e la sicurezza pubblica, la protezione dei civili e lo stato di diritto, con conseguente perdita di legittimità delle istituzioni localiagli occhi della popolazione. 

I contenuti del rapporto, strutturati in key findings, lessonse reccomendations, s’inquadrano nel rinnovato sforzo da parte dell’Alleanza Atlantica a sostegno dei tre “Core Tasks” di Deterrence and Defence, Crisis Prevention and Management e Cooperative Security, così come ribaditi nell’ambito del nuovo Concetto Strategico della NATO, approvato a fine giugno scorso, nell’ambito del quale il concetto di “Human Security” – inteso come un ambito multisettoriale che annette primaria importanza alla protezione delle popolazioni – assume primaria rilevanza.

L’Amb. Pontecorvo ha sottolineato come, sin dal 2001, non sia stato preso in considerazione un robusto approccio di polizia, trascurando destabilizzanti fenomeni a forte caratterizzazione criminale e affrontando la minaccia terroristica come un problema insurrezionale, da combattere quasi esclusivamente attraverso lo strumento militare, anziché fare anche ricorso allo strumento di polizia. 

A sua volta Ms. Fellin, ha posto in risalto come il Comprehensive Approach da parte della NATO non possa prescindere dall’equilibrata coesistenza di strumenti prettamente militari e capacità a più ampio spettro aventiuno specifico focus sulle popolazioni, quale lo Stability Policing.

Infine il Ministro Plenipotenziario Cattaneo ha evidenziato come la NATO debba necessariamente, nella continua evoluzione degli scenari, tenere in assoluta considerazione la Polizia di Stabilità attraverso un assetto dalla straordinaria esperienza di cui dispone, qual èl’Arma dei Carabinieri, per la sicurezza dell’Alleanza Atlantica.

Come evidenziato dal Colonnello dei Carabinieri Giuseppe DE MAGISTRIS, Direttore del NATO SP CoE,si rende pertanto necessaria un’approfondita riflessione su alcuni possibili sviluppi futuri della NATO, ovvero la creazione di:

– una specifica capacità di Polizia di Stabilità; 

– un dominio di “Policing”, in aggiunta ai cinque esistenti (terra, aria, mare, spazio e cyber) da porre in posizione trasversale per sostenere ciascuno di essi;

– una rete strutturata di esperti di Stability Policing in tutta l’Alleanza, composta dalle forze di gendarmeria dei Paesi membri della NATO.