Due ufficiali dei Carabinieri in partenza per Gaza. Luzi: i nostri professionisti richiesti in diverse aree di crisi.

Teo Luzi parla con orgoglio dei suoi professionisti a distanza di 20 anni da Nassiriya e spiega il filo diretto che lega il Medio Oriente all’Arma

“Partiranno presto, entro pochi giorni. Ma la nostra presenza in quella terra è antica. Risale al 1917 quando i carabinieri hanno combattuto proprio a Gaza con il corpo di spedizione britannico e poi si sono occupati per alcuni anni della sicurezza di Gerusalemme.

Poi c’è stata la missione con gli osservatori Onu a Hebron, nella West Bank, e il controllo del valico di Rafah per conto dell’Unione Europea”. Così Teo Luzi, comandante generale dell’Arma dei carabinieri, in una intervista a la Repubblica, commenta le recenti dichiarazioni del ministro Crosetto, che ha raccontato la richiesta americana di mandare a Gerusalemme due ufficiali dell’Arma per tenere i rapporti con l’Autorità palestinese.

“Dal 1994 curiamo l’addestramento della polizia dell’Autorità palestinese: ventitré istruttori sono rimasti sul terreno fino al 7 ottobre mentre molti ufficiali palestinesi hanno partecipato ai corsi della scuola Coespu di Vicenza.

Questo è stato fatto attraverso un accordo anche con Stati Uniti e Israele. A Gerusalemme infatti c’è una struttura americana che coordina le attività tra le forze dell’ordine israeliane e palestinesi: i due ufficiali sono stati chiesti con urgenza in questo momento drammatico proprio perché hanno dimostrato la capacità di gestire il dialogo”.

I Carabinieri di Nassiriya portavano dialogo

“Il sacrificio di quegli eroi, che non solo tali solo per noi ma per tutti gli italiani, ci ha spronato ad andare avanti. Abbiamo continuato a portare nel mondo i valori migliori dell’Italia.

I contingenti adesso sono diminuiti ma i carabinieri sono comunque presenti in 73 Paesi. Guardano a noi come a un riferimento ma non per l’efficienza o per i risultati da prima pagina, come l’arresto di Matteo Messina Denaro: l’Arma è un modello per la capacità di dialogo con la cittadinanza. Tutti i militari italiani all’estero conquistano il rispetto delle popolazioni, senza distinzioni di religione o di etnia, perché sono portatori di una cultura millenaria fatta di saperi e di umanità, che resta la nostra carta vincente”.

Continua Teo Luzi ricordando Nassirya, in cui persero la vita 19 soldati italiani (12 erano carabinieri), e 9 cittadini iracheni.

“Non posso dimenticare il momento in cui ho ricevuto la notizia della strage di Nassiriya, allora era colonnello, avevo partecipato a una missione di quel tipo in Bosnia e mi si è stretto il cuore: mi sono tornate in mente le paure ma anche le soddisfazioni di quei pattugliamenti tra popolazioni appena uscite da una guerra…

Di quel giorno mi resta dentro l’immagine della folla immensa che ha reso omaggio alle vittime all’Altare della Patria. C’è stato un pellegrinaggio spontaneo qui al Comando generale: l’ingresso venne sommerso di fiori”.

L’Italia dell’Arma e l’Arma degli Italiani

le missioni nel mondo dei Carabinieri

Per le attività di polizia esecutiva, i Carabinieri sono in Kosovo, con l’MSU nell’ambito della missione NATO KFOR, svolgendo compiti di polizia generale, specialistica e intelligence criminale, in supporto alla Kosovo Police Force.

L’Arma svolge invece funzioni di polizia di rafforzamento nell’ambito delle Missioni Addestrative Italiane (MIADIT), schierate in Palestina e Gibuti, a favore delle locali Forze di polizia, nonché di quelle della Somalia

Con particolare riguardo al continente africano, l’Istituzione, oltre che con la MIADIT, è presente nelle regioni del:

– Corno d’Africa, in Somalia, ove contribuisce alla missione European Union Training Mission (EUTM), svolgendo attività di mentoring a favore di quel Ministero della Difesa;


– Sahel, in Mali, nella missione civile dell’UE EUCAP (European Union Capacity Building Mission) Sahel Mali, e dell’ONU MINUSMA (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission), ove esprime il Nucleo di un Serious and Organized Crime (SOC) Team, che svolge attività di consulenza su indagini in materia di reati gravi, criminalità organizzata e terrorismo; in Niger, nella Missione Bilaterale Interforze in Niger (MISIN) e nell’operazione civile EUCAP Sahel Niger; in Mauritania, ove distacca un Istruttore presso il Collège de Defense du G5 Sahel.

In Medio-Oriente i Carabinieri sono presenti, come accennato, in Palestina ma anche in:

Iraq, nell’ambito della NATO Mission – Iraq (NM-I), svolgendo attività di Training, Advising and Assisting (TAA) a favore della controparte irachena, e in EUAM Iraq (European Advisory Mission for the Security Sector Reform), con lo scopo di sostenere l’implementazione degli aspetti civili del Programma di Riforma del Settore della Sicurezza all’interno della Strategia di Sicurezza Nazionale Irachena;


Afghanistan, con contributi nella Resolute Support Mission (già ISAF) dell’Alleanza Atlantica, ove svolgono attività di advising in favore dei Comandanti delle forze di Polizia Afghane a livello regionale e provinciale;
Libano, nella missione Interim Force in Lebanon (UNIFIL), il cui compito – in particolar modo – si sostanzia nel monitoraggio della cessazione delle ostilità sul confine esistente tra Israele e Libano nonché nell’assistenza alla popolazione civile, e nella Missione Italiana Bilaterale in Libano (MIBIL), ove sono periodicamente inviate Team specializzati per l’addestramento delle Forze Armate e di Sicurezza libanesi.

L’Arma partecipa altresì alla UNFICYP a Cipro, schierando Police Adviser il cui compito è quello di vigilare sull’applicazione del cessate il fuoco e che contribuiscono al controllo di una Buffer Zone estesa per una lunghezza di 180 Km ed una ampiezza variabile da 20 metri a circa 7 Km che, di fatto, separa il Nord (Turco) dal Sud (Greco) e divide in due la città di Nicosia.

L’impegno dell’Arma all’estero si completa, infine, con tutte le altre attività di Polizia Militare nazionale svolte per garantire le condizioni generali di ordine e sicurezza della compagine militare, in Kosovo, Libano, Niger, Gibuti, Lituania, Lettonia, Emirati Arabi Uniti, Iraq (nell’ambito dell’Operazione anti ISIL “Inherent Resolve”), Kuwait e Libia.

Per quanto attiene alle attività di cooperazione internazionale con finalità addestrative e di scambio di migliori pratiche, l’Arma dei Carabinieri è membro dell’Associazione Internazionale delle Forze di Polizia a statuto militare (FIEP) – che ad oggi conta 19 partner – dell’Organizzazione delle Polizie d’America AMERIPOL e partecipa attivamente alla Rete Europea di Istituti di Scienze Forensi (ENFSI).

Un altro importante strumento di cooperazione è rappresentato dalle intese tecniche di cooperazione, sottoscritte dal Comandante Generale, su delega del Capo di Stato Maggiore della Difesa, ai sensi dell’art. 167 del Codice dell’Ordinamento Militare, con le Forze di sicurezza dei Paesi di preminente interesse strategico.

Ad oggi sono state concluse intese con le Gendarmerie e le Polizie di Uganda, Ruanda, Namibia, Algeria, Somalia, Gibuti, Etiopia, Moldavia, Abu Dhabi, Qatar, Ucraina, l’Autorità Nazionale Palestinese, San Marino nonché con organizzazioni internazionali: l’Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana (IILA), la Food and Agricolture Organization (FAO) e l’Eastern Africa Police Chiefs Cooperation Organization (EAPCCO), che riunisce i Capi delle Polizie dell’Africa Orientale.

L’Istituzione è inoltre impegnata in vari progetti, finanziati sia dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, sia dalle principali Organizzazioni Internazionali, Unione Europea in primis, finalizzati a rafforzare le capacità delle Forze di sicurezza di Paesi di preminente interesse strategico, con particolare focus sul continente africano. In atto l’Arma è impegnata con propri esperti distaccati in Ciad, Mauritania, Niger, Tunisia, Tanzania, e Macedonia del Nord. Le progettualità, che si sostanziano nello svolgimento di mirate attività addestrativa, possono anche prevedere delle componenti finalizzate all’approvvigionamento di mezzi e materiali.

L’Arma è attivamente impegnata nella cooperazione internazionale anche con riferimento a quelle competenze che in Patria costituiscono comparti di specialità: salute, ambiente, sicurezza dei luoghi di lavoro, cultura, paesaggio.

In particolare, nel settore della tutela del patrimonio culturale, il progetto UNESCO “UNITE4HERITAGE”, i cosiddetti “Caschi blu per la cultura”, è stato costituito un assetto interministeriale, denominato “Task Force Unite for Heritage”, unico nel suo genere a livello mondiale, che ha visto il suo primo impegno nel Teatro operativo iracheno, a sostegno delle delegazioni dell’UNESCO, nonché dei Ministeri iracheni dell’Interno e della Cultura e delle Antichità, per contrastare il traffico illecito di reperti archeologici.