A Rimini Francesco si è tolto la vita… Come tanti altri Carabinieri soli e inascoltati.

Il generale Luzi non avrebbbe mai potuto conoscere la bellezza di Francesco. Il volto sorridente e dolce di chi la vita l’amava. La scala gerarchica è lunga e troppo complessa e anche troppo affarista e cinica da poter avvicinare gli uomini tra loro. È successo di nuovo, questa volta a Rimini, ma oramai non si hanno più i numeri e le cifre aumentano con l’aumentare dei problemi e delle ambizioni di pochi a discapito dei tanti. Ci sono due “Arma”: una quella della gente e l’altra quella degli interessi. La prima è di tutti, la seconda è di pochi e per pochi. Allora chiediamo ai vertici quanti altri, domani, si toglieranno la vita con la pistola di ordinanza o in altro modo? Quanti altri, domani, non saranno ascoltati perché l’interesse dell’istituzione viene prima dell’interesse personale?

Cari vertici ma siamo sicuri che sia cosi? Perché queste istituzioni perdono più uomini in tempo di pace che in tempo di guerra e questo sta aumentando la fuga da un luogo non più sereno e armonioso …come raccontate negli spot. Questo getta fango sulle istituzioni; questo diminuisce il numero degli arruolamenti; questo danneggia chi rappresenta le istituzioni. Allora bisogna prendere atto della lunga distanza che si evidenzia nella farraginosa e ambiziosa linea gerarchica; bisogna dire ai super stellati e super dirigenti che esistono anche uomini semplici che andrebbero solo ascoltati; bisogna dire che il core business dell’istituzione sono esattamente quegli uomini altrimenti, diversamente, va tutto a puttane.

Ecco Francesco. Due righe. Solo due righe di rabbia per ricordarci ancora una volta di te e di tutti coloro che sono rimasti più soli e inascoltati di altri. Donne e uomini fragili ma non straordinari e meno belli di altri. Anime nobili che questa terra, troppe volte, non merita. Sii sereno, ovunque tu sia.