Suicidio a Messina, tra gli indagati la Direttrice del Carcere

Sette avvisi di Garanzia emesse dalla Procura della Repubblica, a seguito del suicidio di Stefano Argentin

o, in vista della sua autopsia, già in carcere per l’omicidio di Sara Campanella.

Omicidio e suicidio, il dramma continua

Lo stalking, le violenze intrafamiliari e domestiche sono sempre svilenti e recano i sentimenti più contrastanti.

Omicidio suicidio

Messina si stava forse riprendendo dall’efferetazza dell’omicidio della povera Sara Campanella, quando viene nuovamente scossa dalla notizia del suicidio del suo carnefice, Stefano Argentino.

Subito dopo, in un turbinio di notizie, l’aspetto umano, legato al suicidio del ragazzo, viene messo da parte: si pensa alla famiglia della di lui vittima, che non riceverà alcun rimborso, alcuna giustizia, data la morte dell’imputato, salvo accedere al fondo vittime.

Un danno e una beffe, quindi, stante la sofferenza del venire meno della vita di un membro della famiglia.

Oggi, nell’approssimarsi dell’autopsia, si ripensa a Stefano Argentino, questa volta nelle vesti di vittima, perché lo Stato che lo aveva in affidamento probabilmente non ha fatto molto per lui, quantomeno per tutelare lo stesso dalla parte oscura della sua anima. Ironia della sorte: all’esito delle indagini sul suicidio, è possibile che la famiglia Argentino possa essere destinataria di un risarcimento.

Fino a 15 giorni fa Stefano era in custodia sotto tutela, ora, al momento della sua morte, in regime ordinario e i legali sostengono – dati precedenti segnali – che avrebbe dovuto essere associato a una rems, e non in carcere.

Interessati dagli avvisi di garanzia personale penitenziario, tra cui la Direttrice del Carcere, e personale tecnico che ha avuto contatti con il suicida.