La politica da “cavallo pazzo” del Presidente Trump si avvita da sola su se stessa, meravigliando, stupendo, infastidendo, anche non seguendo questo esatto ordine, in alcuni casi (come con l’accordo con l’Ucraina) anche “arrivando a punto”, ma con aspettative diverse.
Il Presidente e il suo rapporto con la comunità Internazionale
L’ultima è la candidatura ad Ambasciatore alle Nazioni Unite del già consigliere per la sicurezza nazionale Waltz, inconsueta? No, o almeno non più di tanto.
In Italia si è assuefatti all’idea del “promossi per essere rimossi”, esempi possono anche essere tanti e assolutamente trasversali alle epoche e agli schieramenti politici.
No, non si tratta di semplice spoil system, ma si teme proprio di mancanza di rispetto istituzionale o, sicuramente, di fine mentalità imprenditoriale (nel caso del Presidente Trump) ma di pessima lungimiranza politica.
Tutto questo mentre in politica estera solamente i cinesi hanno avuto la forza di dire quelli che tutti pensano.
L’aspirante Ambasciatore, da consigliere per la sicurezza nazionale, è noto per l’affaire signalgate.
Fu lui, infatti, a mettere su un gruppo su signal (app di messaggistica, nota per la situazione sicurezza) con esponenti politici di rilievo, al fine di coordinarsi per attaccare lo Yemen.
Fu sempre lui, per sbaglio, ovviamente, a invitare su quel gruppo, anche un giornalista che, poi, realizzò un “facile scoop”, stranezze? Tante.
…ed era “solamente” un consigliere per la sicurezza nazionale, da Ambasciatore chissà quali gesta potrà realizzare, considerando che i problemi non vengono mai dagli strumenti utilizzati ma di come gli stessi vengono adoperati.
