La comunicazione istituzionale, la grande falla italiana

All’indomani delle elezioni regionali la comunicazione dei vari leader politici, anche con ruoli minori, nell’ambito delle coalizioni o dei singoli partiti, viene studiata nel dettaglio, il dott. Patrick Facciolo (esperto di comunicazione) ne rappresenta un mirabile esempio, eppure il problema sono i contenuti, non solo la prossemica, del parlato.

Comunicazione istituzionale e politica, differenze con la disinformazione?

Elezioni

Su queste pagine si scrive anche di comunicazione, ma in termini di deception, di guerra ibrida, di attacchi non convenzionali interessanti l’universo cognitivo, esattamente come ricordato nel suo “non-paper” dal Ministro della Difesa, Crosetto.

Ebbene in un’Italia in stato di perenne campagna elettorale, la comunicazione politica rimane sempre verticalizzata sulla competizione più che sui risultati. Un esempio sono i titoloni di alcuni giornali di questa mattina, senza considerare le parole conseguenti dei vari leader: tutti gli schieramenti sembrano essere vincenti, quindi queste elezioni non sono state perse – praticamente – da nessuno, stando alle analisi snocciolate.

In concreto, facendo i conti della serva, come si suol dire, lo status quo continua a essere invariato: tre regioni erano oggetto della competizione elettorale, il Veneto di Zaia, la Campania di De Luca e la Puglia di Emiliano, sostanzialmente due regioni afferenti al centro sinistra e una al centro destra, in sostanza analogo trio, come colore politico, che è uscito dalle urne.

Realmente si tratta di un sostanziale pareggio, altra storia i rapporti di forza all’interno delle singole coalizioni: opposizione non sfonda, maggioranza non arretra di posizioni, tant’è.

A dire il vero, però, l’assurdità dell’argomento è altro: le elezioni regionali, al pari delle europee, non interessano la composizione dell’arco parlamentare nazionale, neanche un pò.

Si tira l’elettore per la giacchetta per nulla, quindi.

Quesro tipo di elezioni saranno sicuramente ideali, sporadici, termometri per misurare engagment o prove di laboratori politici, ma nullapiù, si tratterebbe di comparazioni per unità di misura non commensurabili, quindi si, talvolta la comunicazione politica nazionale diventa fuorviante perché mira alla pancia dell’elettorato, perché punta – nel contempo – al follower di questo o quel partito, ma la realtà è tutt’altra: ogni elezione (nazionale, locale, continentale) è storia a sé stante.