Vannacci correrà con la Lega alle europee. Accordo quasi chiuso. Sale il consenso

La notizia l’aveva lanciata Vittorio Sgarbi conoscendo la visione politica di Matteo Salvini. Il consenso popolare cresciuto intorno a Vannacci lo ha reso un candidato naturale del progetto della Lega. Non solo Matteo Salvini ma anche altri esponenti di destra sono pronti a sostenere la candidatura del generale Vannacci. L’interesse è vivo nella sede del carroccio e diversi esponenti affermano che manca solo la nota ufficiale della segreteria.

Non sarebbe ne il primo, ne l’ultimo ufficiale a correre in politica. Basti pensare al pentastellato Costa, Edmondo Cirielli e altri che hanno scelto la politica all’uniforme.

“Non chiudo la porta alla politica, ma bisognerebbe prima valutare anche l’efficacia di una mia eventuale discesa in campo”.

Il generale Roberto Vannacci, al centro del dibattito di questi giorni per il suo libro “Il mondo al contrario”, ha parlato nel corso di un’intervista al “Giornale d’Italia” del suo futuro, indicando la politica come “una delle tante alternative alla quale non chiudo la porta. Non ho una formazione politica, non ho le basi per fare politica perchè ho fatto il soldato quindi dovrei anche valutare se ne fossi in grado”, ha spiegato.

“Constatando di avere gli strumenti perché no”, ha chiarito il generale, che ha pero’ poi tagliato corto su un eventuale accordo politico con la Lega, anche a seguito della telefonata ricevuta qualche giorno fa dal vicepremier e leader leghista Matteo Salvini.

“Non faccio assolutamente nomi di partito. Ho però fatto un’ottima chiacchierata con Salvini ed i contenuti non li svelerò neanche sotto tortura. È stato un piacere sapere che c’è qualcuno che si preoccupa di un servitore dello Stato”.

E sul mancato intervento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul tema, il generale ha sottolineato che la premier “non è tenuta a farlo e non è una cosa che mi riguarda”.

Se la politica resta dunque un’alternativa che Vannacci non si preclude, il libro per cui è finito al centro delle polemiche, ha tenuto a ribadire: “non aveva alcuna finalità politica”. “Ho pubblicato un libro perché ho ripreso un proverbio: “Un uomo è completo quando fa un figlio, pianta un albero e scrive un libro” e poi è successo tutto il resto”.