Cavo Dragone parla alle Commissioni. Ecco le future sfide internazionali per i militari italiani

“Serve una chiara strategia di sicurezza nazionale rispetto a cui ciascun attore istituzionale possa mettere le proprie competenze a disposizione, come già auspicato recentemente dal Ministro Guido Crosetto”.

Queste le parole del Capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, sulle sue linee programmatiche, presentate oggi in audizione alla Commissione Difesa ed Esteri del Senato. Cavo Dragone ha sottolineato l’azione di sostegno necessaria al comparto dell’industria della Difesa:

“bisogna puntare su investimenti per ampliare e modernizzare le linee produttive delle industrie di settore, accordi G2G che dovranno puntare ad avviare programmi di cooperazione su piattaforme comuni, investimenti che accompagnino processi di ricerca e sviluppo economico, infine sinergie e coesione di intenti tra amministrazioni interessate ai processi di sostegno ed importazione”.

Nel contesto attuale – ha poi affermato – la domanda di sicurezza dello spazio mediterraneo e’ esplosa. L’insicurezza e’ ai massimi livelli e il quadro complessivo tende al peggioramento, perche’ i gia’ citati riflessi della crisi ucraina, la postura assertiva di Paesi come l’Iran e delle milizie proxy della Russia si sono intensificate ad ampio spettro, cosi’ come l’attivita’ di gruppi terroristici di matrice jihadista in Sahel, provocando il costante innalzamento della tensione”

Una lunga esposizione che il capo operativo delle Forze Armate ha tenuto, ai componenti presenti, per rendere bene l’idea delle esigenze e delle minacce che si celano nei cinque domini. L’Ammiraglio ha anche parlato delle scorte strategiche che, seppur non toccano livelli allarmanti, richiamano a un maggiore sforzo industriale nei prossimi tempi.

“Dalla prospettiva dei Paesi partner la politica militare e’ un prezioso e insostituibile canale di dialogo e collaborazione, che viene percepito come il battistrada di un sistema Paese, capace di proporre non solo addestramento o assetti militari, ma anche modelli organizzativi moderni, supporto strategico, di ricostruzione delle istituzioni e cooperazione industriale dall’elevato contenuto tecnologico. Il sostegno all’Ucraina ha creato problemi un po’ a tutti: quando mi sono trovato nei vari consessi con le nazioni alle alleate o con quelle che fanno parte con altri del gruppo di contatto per l’Ucraina, sono stati tutti fortemente coinvolti e preoccupati per l’abbassamento del livello delle scorte, che non si è abbassato oltre il livello di allarme ma tutti quanti ci siamo avvicinati a quel limite e ci siamo resi conto che non abbiamo un supporto adeguato in questi casi”.

Infine il CHOD ha parlato anche di esercito europeo. Per il capo di Stato maggiore è necessario

“fare un salto di qualità anche nel settore europeo della difesa dove sono presenti troppi sistemi d’arma, osservando che questo è un primo paradosso che va superato. Bisogna standardizzare, ridurre, omologare e rendere simili se non uguali i sistemi d’arma che abbiamo in proiezione, appunto, di un esercito europeo”.