Cavo Dragone candidato alla guida della NATO

Estratto dell’articolo di Gabriele Rosana per “Il Messaggero”

Un partenariato forte con la Tunisia per fermare i flussi di migranti nel Mediterraneo, ma anche la spinta per l’adesione dei Paesi dei Balcani all’Unione europea. E un occhio (tutto tricolore) ai prossimi vertici della Nato: non tanto al posto di segretario generale, ora che il mandato del norvegese Jens Stolteneberg (dopo due successivi rinvii) è giunto al capolinea, quanto alla guida del comitato militare dell’Alleanza Atlantica.

 

Ruolo di comando per cui il nostro Paese, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, punterà sul capo di Stato maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.

Una missione a tutto tondo, quella del titolare della Farnesina, che ieri è arrivato a Bruxelles per partecipare al Consiglio Affari Esteri, e a margine del quale ha avuto incontri bilaterali con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e, poi, con i ministri degli Esteri di Svezia e Spagna, Tobias Billström e José Manuel Albares, che hanno, rispettivamente, la presidenza di turno del Consiglio fino a fine giugno e a partire da luglio. […]

Al centro dei contatti, in particolare l’attività diplomatica con i partner internazionali per fermare le partenze verso i Paesi di frontiera come l’Italia: pilastro portante – ha ricordato il vicepremier – di una strategia complessiva, che ha tanto «una dimensione interna all’Ue quanto una sua proiezione esterna». Binomio di cui il Patto Ue per la migrazione e l’asilo (che l’Europa vuole approvare prima delle elezioni Ue del giugno 2024) dovrà necessariamente tener conto, ha riferito il ministro ai colleghi. La Tunisia, presenza costante nelle riunioni tra i capi delle diplomazie dei Ventisette dopo gli ultimi mesi in cui il Paese nordafricano si è affacciato sull’orlo dell’instabilità politica, ne è un esempio […]

In parallelo, sempre ieri a Bruxelles, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha avuto uno scambio parallelo con i colleghi del cosiddetto “formato di Berlino” (tra cui Germania, Francia e Spagna), sulla dimensione interna della migrazione: durante il confronto, il capo del Viminale ha ribadito che nessuna riforma in materia può essere concordata a livello Ue «senza il pieno consenso dei Paesi mediterranei», hanno riferito fonti diplomatiche.

Non solo migranti, però: ieri, i ministri degli Esteri dei Ventisette hanno avuto, infatti, un pranzo di lavoro con gli omologhi dei sei Paesi dei Balcani, candidati all’adesione all’Ue, e un confronto sull’undicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che fatica a vedere la luce nei negoziati tra le capitali. «L’Italia non ha F-16, per cui non può mandarne a Kiev», ha sottolineato Tajani a proposito dell’impegno del G7, convinto che «le decisioni di tipo militare vanno prese insieme da Nato e Ue». […]