L’Italia continua ad appoggiare l’Ucraina

I rumors che vogliono una politica italiana oramai contraria al proseguo del conflitto vengono smentiti, o comunque grandemente ridimensionati. L’Italia continua, come usuale, oramai da inizio aggressione, a essere contraria a una risoluzione delle controversie attraverso la guerra ma, a maggior ragione nel caso dell’Ucraina, riconosce i ruoli di paese aggredito e aggressore e, di conseguenza, in linea con quanto deciso dagli alleati UE e NATO, prosegue ad appoggiare Kiev.

Appoggio a Kiev, anche se…

La stampa occidentale ha dato ampio risalto allo scandalo tangenti che ha coinvolto oligarchi ucraini e la principale azienda di Kiev operante nel settore dell’energia.

Se a questo ultimo tassello, di un puzzle sempre più ingarbugliato, si assommano i dubbi, già palesati da EUROPOL, sulla fornitura delle armi occidentali e sul loro utilizzo “limitato” al fronte, e si continua poi interessando i possibili (e comprensibili) cali di umore che la popolazione ucraina, ovviamente provata dal perdurare del conflitto, ha nei confronti della figura del suo presidente, capo di uno Stato oramai senza mandato elettorale, si comprenderà come i rumors sulla presenza di crepe nella maggioranza di Governo sul come continuare a gestire il conflitto siano “giustificati”.

È l’infodemia, è l’information warfare (almeno una parte), sono le fake news: la mescolanza di notizie reali con versioni accomodanti al punto da farle sembrare concrete, così da presentare a un uditorio poco attento, poco aggiornato, delle soluzioni tali da spaccare un fronte comune, creando delle fazioni, spingendo quindi verso una polarizzazione che – alla lunga – fa dimenticare le parole del Capo dello Stato, Mattarella: nella guerra russo-ucraina c’è un paese aggredito e uno aggressore, concetto ripetuto più volte anche dal Ministro della Difesa, Crosetto, e dalla Premier, Meloni.

Sostanzialmente (e mai banalmente) questo è stato il tema principale della seduta del Consiglio Supremo di Difesa: continuare a sostenere l’Ucraina.

Accanto a questo affare si è affrontato il tema di Gaza, proprio mentre il Consiglio di Sicurezza ONU dava avallo al piano USA, incassando l’astensione di Russia e Cina.

csd - ucraina e gaza
Palazzo del Quirinale, 17/11/2025 (II mandato)Il Presidente Sergio Mattarella in occasione della riunione del Consiglio Supremo di Difesa

Comunicato dal Consiglio Supremo di Difesa del 17.11.2025

“Si è riunito oggi, al Palazzo del Quirinale, il Consiglio supremo di difesa, presieduto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Alla riunione hanno partecipato: il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni; il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani; il Ministro dell’interno, Matteo Piantedosi; il Ministro della difesa, Guido Crosetto; il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti; il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso; il Capo di Stato maggiore della difesa, Generale Luciano Portolano.
Erano altresì presenti il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano; il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti; il Consigliere del Presidente della Repubblica per gli Affari del Consiglio supremo di difesa e Segretario del Consiglio, Francesco Saverio Garofani.
Il conflitto in Ucraina non mostra segnali di distensione. Il Consiglio osserva con preoccupazione l’accanimento della Russia nel perseguire, ad ogni costo, i propri obiettivi di annessione territoriale. Kiev resta bersaglio di continui bombardamenti contro infrastrutture critiche e civili, con gravi interruzioni energetiche e numerose vittime; il prezzo sostenuto dalla popolazione è sempre più pesante e iniquo.
Il Consiglio ha confermato il pieno sostegno italiano all’Ucraina nella difesa della sua libertà. In questo senso si inquadra il dodicesimo decreto di aiuti militari. Fondamentale rimane la partecipazione alle iniziative dell’Unione Europea e della NATO di sostegno a Kiev e il lavoro per la futura ricostruzione del Paese.
Il conflitto ha mostrato una trasformazione nella condotta delle azioni militari soprattutto per quanto riguarda l’impiego di droni, che la Russia utilizza anche violando lo spazio areo della NATO e dei Paesi dell’Unione Europea. Se da un lato tali azioni hanno confermato la prontezza dell’Alleanza Atlantica, dall’altro evidenziano anche la necessità per l’Europa di adeguare le capacità ai nuovi scenari attraverso la definizione di progetti d’innovazione come quelli contenuti nel Libro bianco per la difesa 2030.
Sul fronte mediorientale, il Consiglio valuta positivamente il raggiungimento del cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi.
Desta grande preoccupazione il perdurare di episodi di violenza che causano un alto numero di vittime tra i civili.
Va ribadito che i sentimenti suscitati dagli avvenimenti a Gaza non possono confluire in quello ignobile dell’antisemitismo che oggi appare talvolta riaffiorare.
Il Consiglio sottolinea che una pace duratura richiede un approccio regionale e multilaterale, capace di bilanciamento tra poteri locali e impegno internazionale, e deve necessariamente garantire il disarmo di Hamas. È indispensabile l’attuazione del piano di pace di Sharm el-Sheikh, mantenendo il rispetto del cessate il fuoco da ambo le parti, con l’obiettivo finale di giungere alla conclusione dell’occupazione militare delle forze israeliane nella Striscia di Gaza e di avviarne la ricostruzione.
In questo senso l’Autorità nazionale palestinese è un interlocutore fondamentale per l’Italia e la Comunità internazionale.
L’Italia è presente nell’assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza e farà la sua parte anche per l’addestramento delle forze di Polizia palestinesi, e nella partecipazione alle iniziative dell’Unione Europea e della comunità internazionale.
Il Consiglio ribadisce che una pace duratura nella regione è possibile solo attraverso il riconoscimento e la realizzazione della soluzione “due popoli due Stati”.
Il Consiglio ha preso in esame la situazione nel Sud del Libano, dove il quadro di sicurezza continua ad essere fragile, con perduranti violazioni della risoluzione n. 1701 del 2006 e il ripetersi di inaccettabili attacchi da parte israeliana al contingente di UNIFIL, attualmente a guida italiana.
Anche in relazione alle decisioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU di concludere la missione UNIFIL, resta ineludibile garantire la sicurezza della Linea Blu, favorendo l’incremento delle capacità delle Forze Armate Libanesi.
È stata affrontata inoltre la situazione critica in Libia e nel Sahel. Si tratta di un’area cruciale per la sicurezza del continente europeo.
Il Consiglio esprime forte allarme per il perdurare della guerra civile in Sudan, causa di una gravissima crisi umanitaria.
L’Italia rimane impegnata per la stabilizzazione dei Balcani, in cui emergono alcune forti tensioni bilaterali.
Il Consiglio valuta che le potenziali minacce derivanti da presenze ostili nel Mediterraneo meritino attenta considerazione anche da parte della NATO.
Il Consiglio ha affrontato il tema della minaccia ibrida proveniente dalla Russia e da altri attori stranieri ostili, quale sfida complessa per la sicurezza dell’Europa e dell’Italia nonché per l’integrità dei processi democratici.
Il Consiglio ha evidenziato i gravi rischi di una minaccia in continuo incremento, basata sulla pervasività e diffusione di attività offensive fondate sulla velocità, sul volume e sull’ubiquità della tecnologia digitale, nonché sull’impiego malevolo dell’Intelligenza Artificiale.
Il Consiglio ha espresso preoccupazione per la manipolazione dello spazio cognitivo, attraverso campagne di disinformazione, interferenze nei processi democratici, costruzione di narrazioni polarizzanti e sfruttamento delle piattaforme digitali per indebolire la fiducia nelle istituzioni e minare la coesione sociale.
A ciò si affiancano le operazioni cyber che possono avere come obiettivo le infrastrutture critiche, reti sanitarie, sistemi finanziari e piattaforme logistiche, con il fine di causare interruzioni, ritardi, frizioni e sfiducia sistemica.
Il Consiglio ha condiviso la necessità, sottolineata anche in ambito europeo e dell’Alleanza Atlantica, di mantenere alta la vigilanza sulla tutela delle infrastrutture critiche nazionali, nella difesa contro gli attacchi cyber e nella dimensione cognitiva.
Alle dimensioni tradizionalmente note si aggiungono oggi anche il dominio spazio e la dimensione subacquea, due ambiti la cui importanza va crescendo in modo esponenziale.
L’insieme di queste minacce rappresenta una sfida alla quale occorre reagire con necessaria tempestività e capacità, anche attraverso la definizione di nuovi strumenti.
Il Consiglio, al termine dei lavori, ha espresso sentimenti di intensa vicinanza e gratitudine per tutti i militari impegnati nelle varie operazioni in Italia e all’estero e, in particolare, per i militari italiani impegnati nella missione UNIFIL nel sud del Libano e in quelle nel fianco Est dell’Alleanza Atlantica, aree particolarmente critiche, per l’esemplare professionalità manifestata nell’assolvimento del loro compito”.