Trump, il Presidente dalle mezze misure diplomatiche

Le sfide internazionali di Trump fanno acqua da tutte le parti, da molte parti viene visto come un mediatore di livello, in realtà è un imprenditore che punta ad ampliare interesse nazionale USA, ma con scarso appeal strategico. Sul tavolo Gaza e Ucraina, esiti? Inconcludenti, vedasi “irritazione” polacca e attacco nel Qatar.

Trump? Bocciato in politica estera

Un tempo erano i “dazi amari” che facevano tremare i polsi di tutti, tranne della Cina, e, un po tutti i paesi, hanno tentato di mercanteggiare al ribasso, un po come si fa con il vucumprà in spiaggia.

Esito? Vittorioso, certamente per l’orario a stelle e strisce, ma davanti a problemi di caratura differente la politica USA è disastrosa per sé (magari di meno) e per gli altri (la sicurezza è affaire globale).

I contatti con i russi non dovevano (potevano, ndr) portare a risultati immediati, ovviamente, ma non si è avuto alcun esito intermedio, anzi, il fuoco russo si è intensificato notevolmente sull’Ucraina, arrivando a far dire a Putin che attende Zelensky a Mosca.

Trump e bibi

Nel contempo, non solo Trump, ma neanche la Leadership UE ha compreso i timori, per il rinnovato imperialismo Russo, che hanno i paesi baltici e la Polonia.

Se i primi stanno rivedendo i loro sistemi di difesa, potenziando le barriere ai confini, la seconda, la Polonia, nella giornata di ieri, aveva annunciato la chiusura delle frontiere verso la Bielorussia, in occasione di esercitazioni militari congiunte tra quelle forze armate e quelle russe, e, stamani, il governo di Varsavia si riunisce in emergenza alle 08.00.

Il summit improvviso è originato dall’abbattimento di tre dorni Geran russi sullo spazio aereo di Varsavia. Gli stessi facevano parte di un nugolo di veivolu ben più importante, che evidentemente ha violato i confini polacchi durante gli attacchi contro l’Ucraina.

In tutto questo, almeno lato Ucraina, bisogna anche ricordare la sussistenza (da oltre un anno, oramai), della perdita di carisma di Macron, per gli ovvi contraccolpi in politica interna, ma questa è un’altra storia…

Gaza? Delle due l’una: la politica di Trump è molto più permissiva di quella di Biden verso Bibi, e il leader israeliano lo sa bene. Se attaccare “stati canaglia” alla fin fine giova anche agli arabi, lo stesso non può dirsi per il Qatar, tanto più nella sua veste di mediatore e per il contesto: attaccare una ambasceria non ha senso se non quello di evidenziare che non si vuole trattare.

D’altro canto, la pistola fumante è degli israeliani, hanno attaccato Doha e si assumono la responsabilità politica e militare, ma i paesi arabi erano accondiscendente verso il Mossad? Il Qatar? Potrebbe avere in animo (non dichiarato, ovvio) di eliminare il pesante fardello di continuare a ospitare il poliburgo di hamas? Risposte che solo il tempo saprà dare.