Dietro i flussi migratori sulle coste italiane c’è la strategia armata di Mosca.

Intervistato dal Giornale, il vicepremier nonché ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a una domanda sulla denuncia da lui fatta, col ministro della Difesa Guido Crosetto, sul fatto che potrebbe esserci il gruppo Wagner dietro gli arrivi di molti migranti sulle nostre coste, Tajani ha risposto:

“Innanzitutto ci sono le notizie che sono sotto gli occhi di tutti: in un Paese senza il controllo di una autorità centrale come la Libia, i mercenari della Wagner dopo aver sostenuto una delle parti nella guerra civile del 2019 sono rimasti in molte zone. Noi abbiamo indicazioni che li dicono molto attivi e in contatto con bande di trafficanti e di miliziani interessati al traffico di migranti. La Wagner ha un ruolo diretto nella destabilizzazione della Libia, e non hanno paura di nessuno: in Ucraina stanno combattendo rivaleggiando con il Ministero della Difesa regolare, sono in contrasto con i capi militari di Putin, e anche questo è sotto gli occhi di tutti”.

Ma è realistico credere che sia la Wagner il problema che fa impennare gli arrivi di migranti in Italia?

“Loro sono un fattore decisivo in Libia, ma so bene che le cause strutturali sono una crisi geopolitica di proporzioni mai viste da anni. Le faccio un elenco: in Tunisia una crisi economica senza precedenti mette in difficoltà istituzioni che sono già in crisi da anni, con un presidente che viene definito da molti come un autocrate ma che è l’unico presidente su piazza. La Tunisia è letteralmente popolata da migranti sub-sahariani che da settimane hanno quasi invaso il Paese e che si preparano a un salto verso l’Europa. Poi c’è la Turchia. . .”

Ma con la Turchia l’Italia e l’Europa tutto sommato hanno buoni rapporti, e c’è un impegno a fermare gli imbarchi. . .

“Si, ma la Turchia e la Siria hanno avuto un terremoto che ha fatto decine di migliaia di morti, che ha devastato centinaia di migliaia di abitazioni. Un terremoto che spingerà migliaia di persone a partire. Ci sono gli ingredienti per una crisi economica che inevitabilmente produrrà nuove migrazioni”.