Militari a corto di munizioni e anche altro. La rabbia del Cocer Esercito.

Riceviamo e pubblichiamo la nota del COCER Esercito.

Il COCER Esercito esprime viva preoccupazione per lo squilibrio della ripartizione della spesa militare. Ormai sembra assodato (speriamo) l’incremento al 2% del PIL della spesa militare entro il
2027 per fronteggiare la turbolenta situazione internazionale che vede gli uomini e le donne
dell’Esercito impegnati nella difesa dei cittadini italiani e degli interessi della Nazione.
Eppure, a fronte di un costante aumento degli impegni all’estero ed in Italia, ogni giorno
assistiamo a spese assolutamente inadeguate per l’addestramento delle nostre unità, per
l‘acquisizione di pezzi di ricambio e di munizioni necessari a garantire elevati livelli di prontezza operativa. Sembrano anzi emergere difficoltà sia per l’approvvigionamento delle uniformi, sempre più logore per il costante utilizzo, sia per l’adeguamento del vitto, il cui importo è fermo ormai da vent’anni.

Tutto ciò ha un impatto dirompente sulla sicurezza del personale che deve comunque svolgere l’addestramento per essere in grado di assolvere le missioni che il Parlamento ed il Governo affidano all’Esercito.

Anche le spese per la manutenzione delle infrastrutture sono assolutamente insufficienti per disporre di Caserme che siano al passo con i tempi, con conseguenti ripercussioni sul morale / benessere del personale (alloggi, mense e strutture di sostegno), e sulla sicurezza dei luoghi di lavoro (officine, poligoni, palestre). Da anni giungono accuse da più parti di un’eccessiva spesa sul
personale per giustificare il sotto finanziamento della spesa per l’esercizio.

Tuttavia, da un esame del Bilancio della Difesa – Funzione Difesa Integrata (inclusiva di risorse per il Fuori Area e dell’ex MISE) emergente dal documento Programmatico Pluriennale 2022, questa affermazione risulta non veritiera, in quanto la spesa per il Personale è pari al 50,75%, la spesa per il Funzionamento arriva appena a toccare il 12,8%, mentre la restante percentuale
è destinata all’Investimento. Peraltro, l’effettiva spesa disponibile è ulteriormente ridotta da una eccessiva burocratizzazione delle leggi sui contratti che non tengono in alcun conto la specificità del mondo militare e dei tempi di reazione rapidi necessari per un corretto funzionamento dell’Esercito.

Alla luce di queste considerazioni il COCER Esercito chiede con forza al Governo ed al
Parlamento che l’ipotizzato incremento per la spesa militare sia bilanciato fra i tre settori
descritti: 50% sul personale, 20% sul funzionamento, 30% sugli investimenti.
IL COCER ESERCITO ITALIANO