Vittime del terrorismo e della criminalità, unica radice: odio e ignoranza

Odio fomentato dalla possibilità di accrescere potere personale e ricchezze, ignoranza perché non vi è nulla di più ignorante di una vita segnata da ingiustizie e soprusi provocati, ideale tramite del terrorismo e della criminalità organizzata.

9 maggio, una data una duplice commemorazione

Terrorismo moro impastato

Dal centro al sud Italia, nella stessa data, si rinvengono due cadaveri che hanno segnato la storia d’Italia: Aldo Moro e Peppino Impastato.

Carisma differente, ruoli sociali diversi, uguale spirito di servizio nei confronti della collettività.

Il primo, Moro, politico, il secondo, Impastato, giornalista, entrambi nel mirino, uno del terrorismo rosso, “compagni che sbagliano”, che credono sia necessario un rovesciamento dell’Autorità e muovono un attacco allo Stato, colpendo proprio Moro.

Moro esponente di spicco della DC, già presidente del consiglio e fautore di un avvicinamento importante tra schieramenti distanti del Parlamento nazionale.

Impastato, giornalista originale, che combatteva la mafia con l’arma che può avere un giornalista, impropria, sicuramente, tagliente, ironica.

Entrambi i corpi dei due uomini, in località diverse, vengono ritrovati proprio oggi, 9 maggio. Negli anni seguenti si decise quindi per una commemorazione corale, perché ricordando il passato sia possibile evitare il ripetersi di alcuni errori, come la sottovalutazione del rischio, il problema più grande per una Democrazia.

Il ricordo del Presidente Mattarella e della Premier Meloni vanno appunto in questo senso, essendo Moro e Impastato, testimoni di un tempo buio per l’Italia.

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