Comunicato stampa del MOSAC – Sanità militare

Sanità militare: la profezia del mosac si avvera, ecco la “riforma” che umilia i sanitari dell’arma, secondo il comunicato stampa del MOSAC e l’intervento diretto di Luca Spagnolo, rappresentate legale della sigla sindacale dell’Arma dei carabinieri.

La “Holding Difesa” vuole distruggere la Sanità dell’Arma. 10 Giorni per reagire a un “delitto di Stato”.

La Profezia, purtroppo, non è rimasta tale. È diventata un Fatto, quasi ignobile, pianificato a freddo nelle stanze ovattate di un Ministero. Il MOSAC lo aveva già preannunciato nei mesi scorsi, quando la riforma era stata annunciata in occasione di un incontro ufficiale tra il Ministro e i sindacati dei lavoratori delle FF.AA.

Siamo di fronte a una nuova, sfacciata aggressione ai danni di chi serve lo Stato con lealtà. Il MOSAC (Movimento Sindacale Autonomo Carabinieri) non si allinea al silenzio complice e denuncia il colpo di spugna che l’Amministrazione “sorda e cieca” sta per sferrare contro il personale sanitario dell’Arma con la cosiddetta “riforma” del Servizio Sanitario Militare.

Questa non è una “riforma”, è un atto d’accusa contro la professionalità, un veicolo di ansia scientemente calcolato per umiliare i servitori dello Stato.

La farsa dei 10 giorni concessi ai soli Sindacati rappresentativi per emendare e miliare la bozza di legge è nei fatti un vile tradimento.

sanita militare no a una riforma calata dallalto sim cc interviene Difesa Magazine

Il copione è sempre lo stesso: si elabora per mesi un testo a porte chiuse, per poi gettarlo in pasto ai diretti interessati e pretendere una “consultazione” che è, nei fatti, una tragicomica “farsa istituzionale”.

Si chiede alle Organizzazioni Sindacali di proporre modifiche sostanziali in SOLI 10 GIORNI su un testo che riscrive il futuro di migliaia di famiglie. È un INSULTO ALL’INTELLIGENZA e alla professionalità. È il metodo tipico di chi vuole imporre una decisione, non condividerla!

Chi tace, in questo contesto, è complice di un vero e proprio omicidio democratico degli interessi del personale.

Per il MOSAC è un danno (irreparabile) ai sanitari dei Carabinieri considerati con questa proposta dei lavoratori di “Serie B”

Il rischio che il MOSAC aveva paventato è ora realtà: il personale sanitario dell’Arma, non inquadrato nel ruolo tecnico, ma che da anni ne assolve le mansioni, viene trattato come una merce di scambio, una pedina sacrificabile in una partita che non comprende le loro esigenze, ma solo i calcoli burocratici del “contabile improvvisato” di turno, con conseguente:

  • SPOGLIAZIONE TOTALE: il transito nel Servizio Sanitario unificato comporta la perdita dell’identità e dello status di Carabiniere. Chi si è formato per difendere la Legge in uniforme sarà spogliato delle qualifiche vitali di Polizia Giudiziaria (PG) e Pubblica Sicurezza (PS). Un danno professionale che grida vendetta.
  • DEMANSIONAMENTO SANZIONATORIO: Infermieri e Fisioterapisti dei ruoli Sovrintendenti, Appuntati e Carabinieri CC si vedranno affibbiare un possibile demansionamento professionale, poiché nelle altre Forze Armate queste figure rivestono già da anni gradi superiori. La loro competenza viene penalizzata per puro arbitrio burocratico.
  • MURO DELL’ETA’: l’introduzione del limite di età (52 anni) per i concorsi interni è l’ennesima pugnalata alle spalle. Un’imposizione inaccettabile che blocca ogni prospettiva di carriera per chi ha speso la vita in prima linea. È questo il “riconoscimento” che lo Stato riserva ai suoi uomini?

Il personale sarà costretto a un “salto nel buio” tramite transito a domanda. Ma la stragrande maggioranza, mossa da un profondo senso di appartenenza all’Arma, potrebbe non abbandonare la bandiera.

Per questi uomini e donne, per la loro alta specializzazione, per i loro sacrifici e per la serenità delle loro famiglie, il MOSAC chiede e propone certezze scritte che non ammettano interpretazioni:-

  • Conferma Immediata della sede di servizio.
  • Reimpiego Garantito in ruoli logistico/amministrativi presso gli stessi Comandi al fine di conservare la formazione acquisita nel corso della loro carriera.
  • Istituzione di un ruolo ad esaurimento per il personale sanitario dell’Arma già in servizio, per garantire continuità funzionale, riconoscimento delle competenze e stabilità professionale. Perché l’identità della sanità dei Carabinieri non si cancella con un colpo di spugna.”
  • Chiarezza per gli Ufficiali: chiarezza e trasparenza per gli Ufficiali che transiteranno d’ufficio e che ad oggi non conoscono il loro futuro professionale sia militare che sanitario.
  • Riconoscimento del Personale Psicologo: chiediamo garanzie e tutela per quei colleghi che, grazie al loro titolo di studio, sono stati impiegati dall’Arma in ruoli e mansioni di Psicologo/a.

I valori e la professionalità dei Carabinieri non sono moneta spicciola sacrificabile sull’altare dei “numeri esigui”. Chi ha dato la vita per l’Arma deve essere tutelato. Punto!

A questo punto di non ritorno, interviene in modo perentorio Luca Spagnolo, rappresentante legale del MOSAC:

Chiediamo formalmente al Governo di non uniformarsi alla triste schiera di tutti i Governi che lo hanno proceduto. Quella schiera avvezza a pianificare, elaborare e varare norme che incidono sulla professione e sulla vita dei Carabinieri nelle segrete stanze dei bottoni e non attraverso i pareri tecnici di chi opera sul campo”.

Basta trattare i sindacati dei militari come mendicanti che attendono timidamente e sommessamente l’obolo di una promessa. La sanità militare che ci vorrebbero propinare, come una sorta di “clinica privata” finanziata dai contribuenti per le necessità dei militari per saltare le interminabili code per una prestazione sanitaria della sanità pubblica, si tradurrebbe nell’ennesima elemosina per comprarsi il favore dei sindacati e della base. Noi esigiamo diritti e rispetto per chi ha scelto la divisa e la legalità.”

“Infine, rammentiamo al Ministro CROSETTO la sua promessa: “nessun militare, di ogni ordine, grado e Forza Armata, verrà penalizzato dalla riforma. Anzi, se dovesse esserci un solo ruolo che otterrà un beneficio, questo dovrebbe essere applicato a tutti gli altri”. Il nostro auspicio è che in gioventù non abbia avuto un passato in Marina, altrimenti ci troveremmo davanti ad una delle tipiche promesse da marinai, con tutto il dovuto rispetto dei colleghi della Marina Militare.”

Appello all’Unità del MOSAC: occorre svegliarsi adesso!

Vista e considerata la linea comune delle organizzazioni sindacali militari, il MOSAC esorta tutti i sindacati di categoria a deporre le tessere e dare voce ad un’azione unitaria per questa battaglia sindacale. Oggi non è il tempo dei distinguo, ma il tempo del fronte comune contro chi vuole calpestare i diritti dei lavoratori militari.

Il nostro onore non è in vendita né è sacrificabile. Si pretende lealtà e dedizione eterna al Paese, ma si risponde con l’incertezza sul futuro e l’umiliazione professionale. Il Ministro Crosetto e le Istituzioni mantengano gli impegni presi pubblicamente: questa riforma deve essere un atto di rispetto e riconoscimento, non un veicolo di iniquità.