Mentre divampa il conflitto tra India e Pakistan e Isreale ipotizza l’annessione di ulteriori territori dei Palestinesi, la Russia – apparentemente in autonomia – vuole aprirsi al tavolo negoziale, con la mediazione della Turchia.
Russia – Ucraina, scoppia la pace?
Le uniche notizie di rilievo, nei giorni scorsi, dal fronte Ucraino, interessavano due aspetti:
- uno militare, con l’Ucraina che ha bersagliato più territori russi con i droni e quindi “infastidendo” Putin e la sua “parata per la Vittoria” del 9 maggio (a ricordo della vittoria sui tedeschi nella seconda guerra mondiale), quindi costringendo a una minore operatività più aeroporti;
- le parole di J.D. Vance, vice Presidente USA, che ha dichiarato (quasi una cosa ovvia, ma evidentemente non scontata): Putin non può reclamare territori che non controlla pienamente.
Sicuramente altro tassello, già messo a punto a margine del funerale di Papa Francesco, è stato il siglare un accordo commerciale tra Usa e Ucraina.
Questo interessava sia lo sfruttamento di materie prime da parte di Washington del suolo di Kiev, che l’ottenimento di vantaggi economici Ucraini circa il rimborso delle spese militari sostenute dagli USA.
Nella notte le agenzie hanno diffuso l’intento di Putin di avanzare proposte di pace, per una pace duratura, per le quali è necessario il superamento di contrasti storici tra le parti, e che avrebbe preferito investire Erdogan quale mediatore, invitandolo a organizzare un incontro diretto Russo-Ucraino per il 15 maggio a Istanbul.


Il passo in avanti di Putin segue a stretto giro un susseguirsi di dichiarazioni, sempre nel senso di una pace duratura, fatte da Zelensky e dai Presidenti dei “paesi volentorosi”, Francia e Germania in testa, i quali minacciavano ritorsioni ulteriori dal punto di vista economico e commerciale contro la Russia, questo per indurre Mosca al tavolo negoziale.
Obiettivo condiviso, tra Ucraina e i suoi supporter e la Russia, è l’arrivare a una tregua di almeno 30 gg, sul tavolo poi una serie di punti su cui questionare, tra questi il diniego all’accesso NATO per l’Ucraina e le contese territoriali.