Pordenone, GIS pronto a fare irruzione.

Un paese isolato da 36 ore, con un uomo asserragliato con un arsenale d’armi che minaccia di uccidersi. Mentre l’ex ufficiale di complemento pubblica video su Youtube, con i quali comunica all’esterno e sembra cerchi un dialogo con i negoziatori, le teste di cuoio dei Carabinieri sono pronte per l’irruzione.

La Procura, tenuta costantemente informata degli sviluppi, dovrà necessariamente autorizzare il blitz se il 55enne non si consegnerà. E intanto nel piccolo comune di Cordovago, in provincia di Pordenone, dove il 55enne è barricato in casa, il panico è salito alle stelle, per la paura che possa accadere il peggio. Le forniture di luce, gas ed acqua sono state interrotte in tutto il quartiere per motivi di sicurezza e il passaggio è interdetto a macchine e pedoni. Gli inquilini residenti nel condominio di via del Battaglione Gemona, dove abita l’ex militare, sono stati evacuati ed hanno trovato ospitalità presso parenti, amici e alcuni di loro sono andati a dormire negli alberghi. La “protesta” eclatante di Luca Orlandi, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, sarebbe iniziata dopo che l’uomo aveva saputo che era stato emesso a suo carico dalla Prefettura un provvedimento di divieto di detenzione armi, dopo che la Questura non gli aveva rinnovato il porto fucile per la mancanza dei requisiti psicofisici. I residenti del piccolo circondario di abitazioni che lo conoscono avevano presentato alcuni esposti dove denunciavano comportamenti violenti da parte dell’ingegnere originario di San Donà di Piave, con un passato da giocatore di basket.

Dopo ore di estenuanti trattative da parte dei mediatori e degli psicologi dell’Arma dei Carabinieri, a Cordovago sono arrivati da Livorno gli uomini del gruppo d’intervento speciale, addestrati alle operazioni antiterrorismo e antisequestro, esperti in interventi chirurgici in centri abitati, aeromobili, natanti e treni dove la priorità è quella di non mettere a rischio le vite delle persone durante gli interventi. Sul posto è presente da ieri, il colonnello Roberto Spinola, comandante provinciale dei carabinieri di Pordenone che dirige le operazioni sotto il coordinamento della Prefettura e dalla Procura. Tra gli abitanti di Cordovago nel pomeriggio è nata una protesta e alcune persone hanno sottolineato che: “Non si può bloccare un intero paese per un uomo solo. Alcuni di noi hanno trascorso la notte fuori casa”. Furiosi anche i commercianti che sono stati costretti ad abbassare le saracinesche dei loro negozi da ieri. “Non ho alcuna tendenza suicida – sono state invece le parole dell’ex sottotenente in uno dei monologhi pubblicati su Youtube – e voi sapete esattamente che se fossi stato pericoloso sarei potuto entrare in azione in tutti questi mesi, io sono innocuo, non ho mai rappresentato alcun pericolo per la comunità”.

Fiduciosi i vertici dell’Arma che sperano in un esito positivo del negoziato con gli specialisti.