Bufera social sulla Scuola Marescialli

Nei giorni scorsi si è tenuta la cerimonia di fine corso alla Scuola Marescialli dei Carabinieri di Firenze, uno spezzone video, non artefatto, riconducibile al Comandante dell’istituto di formazione ha creato scompiglio tra le varie chat.

Saluto di commiato ai marescialli

Nulla di insolito, verrebbe da dire routinario.

Anno Accademico si conclude, vi è la cerimonia di fine corso, la Caserma è imbandierata e linda, pronta ad accogliere Autorità cittadine e militari, i familiari dei ragazzi che hanno concluso la loro formazione e che hanno anche conseguito la laurea triennali in scienze giuridiche.

Tutto nella norma, si diceva, appunto.

Come al solito si susseguono anche messaggi istituzionali, avanzati dai vertici dell’istituto di formazione, magari anche dando lettura di messaggi giunti da Autorità politiche o militari che, per concomitanza di impegni istituzionali, non possono essere presenti a quel giorno, che per un militare e si importante.

Ha colpito, si diceva, una parte del discorso del Comandante della Scuola Marescialli, Oresta, stante, che il video circolato su varie chat, sia uno spezzone, quindi pur non trattandosi di un artefatto si tratta comunque di una estrapolazione di un parlato più lungo, magari anche decontestualizzato.

Scuola marescialli Firenze, discorso

A beneficio del lettore si riporta la trascrizione del breve video:

“ricordiamo che aiutare un anziano ad attraversare la strada ha più impatto di trovare 300 tonnellate di cocaina e arrestare 20 persone, sappiate che è impossibile che vi venga chiesto qualcosa che non si possa fare e per terminare ricordatevi, come perlaltro detto a una cerimonia, che il vostro benessere, e quello dei vostri familiari, la nostra vita è superiore a qualunque istruzione o procedura.”

Batman, Robin, Rambo, non ce ne frega niente, bisogna fare le nostre cose, quando arriverete al reparto, la prima cosa da fare è vedere dove sta la palestra, dove sta il centro estetico, dove sta il distributore con la benzina più economica, poi faremo le nostre cose, le faremo bene, faremo quello che è possibile, ma la vita e la famiglia sovrastano a ogni costo qualunque procedura o indicazioni…”

…seguono i ringraziamenti di rito a ufficiali e istruttori.

Interessante notare come a primo acchito – specie per menti semplici – possa sembrare un discorso al “non fare”, ma in realtà no, non lo è davvero, specie se venissero considerate molteplici varianti, come il suicidio di una Allieva Maresciallo, quindi la persistenza di una società, quella attuale, la nostra, incentrata su velocità e competizione.

Il discorso viene incentrato non sul “non fare”, bensì, almeno in questo stralcio, al fare, al fare bene ma a farlo senza dimenticare del proprio benessere, perché sotto una uniforme sempre una persona c’è.

Anche il passaggio sul parallelismo anziano/tonnellate di “roba” in sequestro, dov’è la controversia?

Qualcosa di molto simile, non uguale – ovviamente – è presente da anni su youtube, in un discorso reso dall’allora Comandante Provinciale dei Carabinieri di Cosenza, il tema? Impatto dell’attività operativa sulla gente, ma anche i contraccolpi sul personale operante, sulla frustrazione del rivedere a piede libero, praticamente da subito, un individuo arrestato poco prima, dell’incertezza e incoerenza di talune norme.

In questo contesto, aiutare il prossimo, specie se “debole”, come un anziano, assume sicuramente una connotazione sociale più impattante rispetto ad arresti che non vengono avvertiti prossimi da chiunque.

L’Arma, come qualunque altra forza di polizia, non ha infatti bisogno di Batman, Robin o di Rambo, ma di professionisti che, al momento opportuno sanno cosa fare, e farlo al meglio, ed esempi sono molteplici, da Medaglia al valore, a gesti quotidiani.