Oramai è chiaro che il vero nemico di Israele è il suo primo ministro, il pressing internazionale sulla crisi umanitaria di Gaza non è sufficiente, tanto che Israele apre un nuovo fronte in Iran, ignorando le relazioni in essere con gli USA (principali sostenitori di Israele) o forse facendo proprio il gioco di Trump?
Quando ricercare il nemico oltre confine è un palliativo: Israele
E via…pessimo risveglio stamani per gli organi di stampa e per le popolazioni del medio oriente.
Israele lancia l’operazione “Forza del Leone”, l’Iran risponde con “Promise 3”, prescindendo dai titoli che ricordano più delle telenovele turche, i messaggi che si possono leggere sono vari, e interessano il futuro del medio oriente.

Israele ha dichiarato di aver sferrato un attacco preventivo contro il programma nucleare iraniano, nell’ondata di raid dell’aeronautica e omicidi mirati, parrebbe anche con azioni coordinate del Mossad e dell’Esercito, sono stati eliminati importanti vertici militari e obiettivi scientifici, intesi sia come sedi di sviluppo, come Natanz, che scienziati.
Infatti, prescindendo da forti esplosioni in tutto l’Iran e in particolare sui siti nucleari, grande arterie di traffico, come l’autostrada Qom-Isafahan, e sulla capitale, si registrano molte comunicazioni di rilievo:
la TV di Stato iraniana conferma la morte di Hossein Salami, comandante del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC);

L’agenzia di stampa Fars riferisce che il Maggiore Generale Mohammad Bagheri, Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane, è stato anch’egli ucciso.

Ovviamente il contesto è importante da considerare, l’Iran è stato indebolito dagli attacchi portati avanti da Israele nei mesi scorsi, specie contro i propri proxy, come il Libano, e dall’evoluzione “pro Turchia” del regime in Siria.
A questo si aggiunge un cambio di passo nei rapporti con gli USA, subito dopo elezione di Trump, con l’avvio, complicato, di accordi sul nucleare di Theran, che hanno visto anche una breve finestra in Italia, e sui quali, oggi, ad attacchi in corso, tuona Trump: “l’Iran non avrà il nucleare, spero possa tornare al tavolo delle trattative, qualche loro funzionario non ci sarà”.
Gli USA si chiamano fuori, nel frattempo, nel senso che dal Dipartimento di Stato fanno sapere di essere stati informati da Israele dell’imminenza degli attacchi, ma di non fornire alcun supporto.
Quindi, tirando le fila:
- Bibi cerca di mantenere la propria leadership rimanendo con la spada in mano, salvando Israele da tutte le minacce possibili;
- gli USA, attraverso l’azione di Israele, cercano di assestare un duro, e duraturo, colpo al regime di Theran, a metà tra diplomazia e azione militare;
- il futuro del medio oriente non è affatto roseo, considerando che il contrattacco iraniano vedrà potenzialmente coinvolti anche la Giordania e l’Egitto, e con esso nemmeno quello occidentale, si ricordino il notevole aumento degli attacchi con coltello nelle città europee dall’inizio del conflitto a Gaza e, soprattutto, del genocidio del popolo palestinese;
- Appare evidente che oggi, con gli attacchi che continuano a susseguirsi, in notevole profondità, l’obiettivo ultimo potrebbe essere anche il provocare una sollevazione popolare iraniana contro il regime di Ali Khamenei.
Intanto si attiva la comunità internazionale, l’Iran chiede la convocazione del consiglio di Sicurezza ONU, ma ovviamente Israele avrà appoggio USA, nel pomeriggio la Premier Meloni avrà un vertice con l’intelligence nazionale e anche UE segue con apprensione l’evoluzione degli eventi.