Alle 17:00 del 30 settembre una ultima nave della gobal flotilla è salpata da Otranto, nel frattempo il grosso del naviglio è realmente alle porte di Gaza e la Marina Italiana offre un’ultima possibilità prima del venire meno la sua assistenza.
La flotilla prosegue la navigazione
A livello diplomatico c’è tensione: cosa accadrà quando la global fotilla arriverà a ridosso delle coste di Gaza? La marina militare israeliana risponderà come già accaduto, anni fa, con un naviglio turco? Quindi con una sequenza di arrembaggi con forze speciali e spari?!

Questo è il timore espresso, nei fatti, nelle dichiarazioni rese, seppur tra le righe, da esponenti politici italiani, nel contempo Israele continua nel “preparare” un giustificativo per le sue azioni: la flotilla è legata ad hamas.
In realtà prescindendo da contatti che vi possono essere, e che, per forza di cosa, non possono coinvolgere intera flotta, la “cosa” che preoccupa è lo scetticismo, di buona parte dell’opinione pubblica e di alcune firme giornalistiche, che ha accompagnato una iniziativa come questa che in punta di principio è assolutamente coerente con il diritto consuetudinario, citando il manuale di Sanremo, tra gli altri, ma anche Convenzione di Gineva per la non corretta conduzione di un blocco verso territorio non oggetto di guerra dichiarata.
Si vedrà alle 2 di questa notte come reagiranno i militari Israeliani alla luce della pressione mediatica che stanno ricevendo, considerando il contesto, anche alla luce del possibile (auspicato) accordo per una pace a Gaza.
L’idealismo della flotilla cerca un incidente? Hanno la chiara volontà di mettere a rischio il piano di pace di Trump? Più verosimilmente la flotilla cerca di porre a carico di Isralele una sottolineatura dello scandalo che ha creato, con un blocco navale decennale?
Purtroppo siamo di fronte a interpretazioni di parte, le sfumature sono tante, le variabili sul tavolo, ora, riguardano solo hamas, che ha tre o quattro giorni per rispondere all’appello di Trump, segue, ed è ipotizzabile, l’arresto degli equipaggi della flotilla, che poi saranno portati in Israele, e si ritornerebbe a un tam tam diplomatico.
Si vedrà…
Trump, in prospettiva, vuole sicurizzare il medio oriente, Bibi vuole avere la sicurezza ai propri confini, i paesi arabi non vogliono dare spazio ad hamas, certamente c’è anche da ricordare come questa organizzazione, hamas, sia stato foraggiato da Israele per demolire la statura dell’Autorità Nazionale Palestinese.