Coinvolti, nell’operazione, molti minori, il frammischiamento ideologico tra elementi di tipo religioso e altri di natura suprematista preoccupa gli analisti, si avverte quasi un bisogno di violenza che non necessariamente coglie obiettivi cari all’estremismo.
Estremismo, una nuova mappa concettuale
Operazione antiterrorismo condotta dalla Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale, coinvolti 22 minori, tra questi un 15enne di Taranto che, durante una discussione online vantava di aver fatto parte di un gruppo suprematista.
Si legge: “L’analisi della Polizia di Prevenzione evidenzia un quadro in peggioramento: dal 2023 ad oggi, 12 minori sono stati sottoposti a misura cautelare o precautelare, mentre 107 sono stati oggetto di approfondimenti investigativi, con un incremento netto nel primo semestre del 2025. Le indagini rivelano come il tempo medio di radicalizzazione si sia notevolmente ridotto, passando da 16 mesi nel 2002 a poche settimane oggi.”
Il problema evidenziato dagli analisti risiede sicuramente nella giovane età, cui si aggiunge, quello che la prof.ssa Martucci (Univ. Bari) definisce il “meticciarsi” di ideologie e aspirazioni che ha la violenza come volano “anomalo”, al punto che debba essere indagato, esplorato, prevenuto, senza che sia visto più come una vulnerabilità tipica della età evolutiva.
Inevitabilmente è il mondo del web, dei social, delle piattaforme protette che sono messe sotto accusa, perché con suoni e grafiche accattivanti hanno permesso, più del messaggio veicolato, di attirare l’attenzione di giovani la quale fragilità può essere evidente nel tessuto sociale vissuto.
L’operazione ha valenza più di carattere sociologico che non contenutistico o di polizia giudiziaria, potendo comunque interessare la pericolosità sociale dei vari elementi, da affrontarsi per lo più in chiave amministrativa.


