Elezioni: scandalo forze di polizia

Sotto la lente sono i permessi retribuiti per avvicinarsi e candidarsi per le elezioni comunali.

Tante liste per le elezioni comunali, scoppia il caso in Campania

I casi particolari vengono segnalati nei Comuni di Castelnuovo di Conza e di Senerchia, due Comuni campani, nell’avellinese, che risaltano alle cronache nazionali, ma c’è davvero qualcosa di nuovo?

Senerchia, comune di circa 700 abitanti, al confine con il salernitano, ha visto il presentarsi di ben 23 liste per le prossime elezioni, ma soltanto due sono quelle composte da residenti, guidate dai candidati sindaci, Michele Di Muro e Concetta Varalla, e le altre?

Nessun illecito, intendiamoci, forse qualcosa di “poco intelligente”, un bug del sistema, ecco.

elezioni

Alle due liste “locali”, quindi che hanno candidature di esponenti politici e cittadini dello stesso comune irpino, se ne sono aggiunte altre 19. Con molta buona probabilità riferibili ad appartenente a forze armate e di polizia, non residenti in regione o che comunque non hanno un concreto radicamento con quel territorio amministrativo.

Ma anche a Bisegna (212 abitanti): 21 delle 25 liste in corsa fanno riferimento ad agenti penitenziari, movimenti e partiti.

Vi sono dei precedenti in questa forma di “malcostume italico”, nel beneventano, casertano e sempre nell’avellinese, già nel 2024, ma non solo, anche in Basilicata, già nel 2020.

Ma perchè si punta il dito sulle forze di polizia o forze armate?

La risposta è nell’articolo 1484 del codice dell’Ordinamento Militare: “Gli appartenenti alle forze di Polizia candidati alle elezioni politiche o amministrative sono posti in aspettativa speciale, con assegni, dal momento dell’accettazione della candidatura e per tutta la durata della campagna elettorale e possono svolgere attività politica e di propaganda al di fuori dell’ambito dei rispettivi uffici e in abito civile“.

Elezioni e forze armate e polizia, cosa succede?

Il bug del sistema elettorale è noto “agli addetti ai lavori”, il grande pubblico (ndr.) lo scopre, sostanzialmente, nel 2020 grazie al fenomeno dell’astensionismo elettorale.

Andiamo per ordine, perché nel 2020?

In Provincia di Potenza, Carbone (circa 400 abitanti), nel 2020, un agente della polizia di Messina, che prestava servizio al Reparto Mobile di Reggio Calabria, ha vinto le elezioni, con 78 preferenze, capeggiando una lista di soli appartenenti a forze di polizia che, per ironia della sorta, si fronteggiava con una lista di soli carabinieri.

Dopo circa due ore dalla proclamazione, il poliziotto presenta le sue dimissioni dalla carica.

Liste fantasma (o “civetta”), quindi, ma perché polizia e militari?

Intanto per l’aspettativa interamente retribuita già richiamata dal codice dell’ordinamento militare, che sicuramente è spettante ai particolari dipendenti pubblici, poi perché nei comuni al di sotto dei 1000 abitanti non vi è l’obbligo della raccolta di firma a supporto della presentazione della lista per la competizione elettorale.