Decreto sicurezza, incostituzionale?

Le polemiche che hanno accompagnato l’ultimo decreto di Piantedosi sono state davvero tante e variegate, nella forma e nella e polemiche che hanno accompagnato l’ultimo decreto di Piantedosi sono state davvero tante e variegate, nella forma e nella sostanza.

Decreto sicurezza, aumentano i ricorsi

La polemica per eccellenza è quella che accompagna da oltre 30 anni la politica italiana: l’eccesso nella decretazione in emergenza, l’emanazione – quindi – del decreto legge.

Tarlo, questo dei decreti legge, che affligge in modo trasversale gli schieramenti politici, con la succinta parentesi covid dove si era ricorso a strumenti di tipo amministrativo, come erano, infatti, i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), per superare empasse interne alla maggioranza.

L’emanazione del decreto legge è infatti una eccezione rispetto all’iter seguito per la formazione di una legge, infatti viene approvato in seno all’esecutivo e solo dopo sarà oggetto di conversione dalle Camere, ma intanto diviene subito esecutivo.

Quindi, la prima polemica interessa proprio questo, a fronte di un disegno di legge già calendarizzato per le discussioni in Parlamento, il Governo, anche sentendo le necessità di approvare alcune misure, tanto auspicate anche dalle sigle sindacali delle Forze dell’Ordine, specie a seguito di gravi fatti di cronaca, “converte” il disegno di legge in decreto legge, approvandolo e quindi rendendolo immediatamente vigente, questo in occasione di un Consiglio dei Ministri, facendo proprie le osservazioni poste dalla Presidenza della Repubblica.

Le critiche, quindi, sono di opportunità politica, ma anche concrete verso alcune misure approvate.

Decreto sicurezza Matteo Piantedosi
Matteo Piantedosi

Critiche al decreto

Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha presentato un ricorso alla Corte Costituzionale per sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato contro il governo Meloni in merito al Decreto Sicurezza.

Come gia detto, Magi denuncia una violazione delle prerogative parlamentari, sostenendo che il decreto replichi i contenuti di un disegno di legge già in discussione in Parlamento da febbraio 2025, senza giustificazioni di necessità e urgenza.

Questo, secondo Magi, rappresenta un abuso dello strumento della decretazione d’urgenza e un «annientamento» delle funzioni legislative del Parlamento.

La critica è appoggiata anche dal mondo accademico: oltre 200 giuristi hanno definito, infatti, il decreto incostituzionale, segue l’Associazione Nazionale Magistrati.

Anche la Procura della Repubblica di Foggia ha sollevato una questione di legittimità costituzionale riguardo al recente Decreto Sicurezza.

Quindi qui si entra nel merito di alcune disposizioni del testo normativo, in particolare due nuove aggravanti introdotte nel codice penale.

  1. Aggravante per reati commessi in prossimità di stazioni ferroviarie: La Procura contesta l’introduzione di un’aggravante che prevede pene più severe per reati commessi nei pressi di stazioni ferroviarie. Tale misura potrebbe risultare discriminatoria, poiché non esiste un criterio chiaro che giustifichi una pena più severa basata esclusivamente sul luogo del reato.
  2. Aggravante per resistenza a pubblico ufficiale: l’inasprimento delle pene per chi oppone resistenza a un agente di polizia giudiziaria, rispetto ad altri pubblici ufficiali. La Procura ritiene che questa distinzione possa essere priva di una giustificazione razionale, violando il principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione.