Segnalazioni dai sindacati, lamentele dalla base, le Caserme stanno perdendo quella aurea di familiarità che le ha sempre contraddistinte, tra le vicissitudini delle camerate, che ora interessa il Veneto, un domani chissà…e i parcheggi/pass della Salvo d’acquisto di Roma, il carabiniere del 2025 ritorna velocemente al 1814.
Caserma, paese che vai…
Nei giorni scorsi sigle sindacali hanno rilanciato, a livello nazionale, una disposizione del Comando Legione CC Veneto.
Sostanzialmente, nella stessa, veniva indicato che il militare in servizio permanente accasermato debba lasciare l’alloggio.
Il motivo non risiede in una improvvisa ripicca dell’amministrazione verso chi ancora non ha preso casa fuori, eh no… non si lavora sul bamboccione in uniforme.
In soldoni: il problema è l’afflusso di personale in ferma che ovviamente ha bisogno dei posti letto.
Altre segnalazioni, in questo contesto, hanno messo in evidenza anche delle disparità di trattamento, in termine di assegnazioni e funzioni di determinati locali, come riportato da UNARMA

Intanto le direttrici da percorrere potrebbero essere varie:
- Contesto alloggiativo coerente con le necessità di forza organica del particolare comando;
- Maggiore flessibilità nella gestione degli alloggi di servizio, chiaramente motivando per evitare danno erariale. Sovente attribuzioni da comandante di stazione o sottordine, incontrano resistenze del Maresciallo/Brigadiere indicato, perché ha già un alloggio e quindi dovrebbe quantomeno occupare nominalmente una struttura che potrebbe essere data ad altro collega dietro canone;
- la forza organica che assorbe la data Legione CC deve essere proporzionata non solo alle esigenze istituzionali (indice criminalità, popolazione residente e giurisdizione dei vari comandi), ma deve pure considerare l’assurdità di scelte imposte come la ferma a 15, prima, 10, ora, anni di permanenza in Lombardia, Piemonte, Veneto, per esempio, perché impattante negativamente sul morale dei Carabinieri.
Ottima l’iniziativa avanzata dal SIM CC, assieme alle altre sigle, di spingere con accordo con ATER Veneto, modello che potrebbe essere replicato altrove.
Considerando anche le osservazioni poste nei giorni scorsi, anche su questo portale, dal MOSAC, è logico che gli arruolamenti vengono meno da tempo, si potrebbe quasi fare un parallelo tra la sorte dei lidi nostrani, abbandonati per la Spagna, Grecia, Albania, Creta e il mito del posto fisso nell’Arma, cui viene preferita altre Forze Armate, per esempio, dove le condizioni alloggiative sono meno precarie e potenzialmente le responsabilità sono anche differenti.

Ancora, Tor di Quinto, sede della Caserma Salvo d’Acquisto, a Roma, circa l’accasermamento era balzata alla cronaca nazionale per un incidente domestico, causato da un fornetto.
Negli ultimi giorni, proprio a ridosso del ferragosto, la lamentela che scuote la base dei militari riguarda la gestione dei parcheggi.
Prescindendo che vi siano delle regole da rispettare, prescindendo che l’amministrazione ha una sua autonomia decisionale, quella che manca è una logica di fondo: perché chi è accasermato e quindi vive in quello stabile non può parcheggiare all’interno della struttura ma solo al di fuori di essa? Salvo carico/scarico con pass temporaneo (e anche li, la soggettività rischia di essere presente).
Si tratta di un plesso dalle dimensioni operative notevoli, ospitante tanti reparti, dalle funzioni diverse e quindi anche dai cicli lavorativi differenti, eppure gli spazi per chi vive quegli stessi ambienti sono nulli, al netto di esercizi commerciali esistenti (e comunque si ricorderà anche il problema che ebbe a interessare l’appalto per il bar, mentre la pizzeria continua a essere chiusa), la soluzione più logica, appunto, sarebbe il contrario, ossia chi è accasermato potrebbe avere il posto auto interno e il pendolare no.
Elemento dissonante, questo dei parcheggi, che viene rievocato a ferragosto, proprio a causa della minore presenza di personale in servizio e quindi dei tanti posti non occupati, ed evidentemente non altrimenti occupabili, anche con spauracchio forzata consegna/violata consegna.