In Veneto si registrano prime posizioni in direzione opposta sui posti letti, un passo in avanti per il benessere del personale.
Veneto, carabinieri, un passo indietro o un passo in avanti?
Stante quanto già descritto in un recente passato, le condizioni degli arruolamenti, chiaramente variate e legate anche alla durata importante di una ferma nel nord Italia, il Veneto si è ritrovato a dover negare posto letto al militare non in ferma.
Assurdità, questa, rilevata – tra le altre – da UNARMA, anche perché taluni spazi risultavano essere sovrabbondantemente riservati ad alcuni a discapito di altri militari, possibili beneficiari, non di un diritto, ma sicuramente di un supporto non di poco conto.
Da ieri, la stessa sigla, riporta sui propri canali social, una inversione di tendenza.


Parlando di ravvedimento si rimane speranzosi anche per affaire Tor di Quinto, nella considerazione che nulla è stato ancora fatto per una migliore gestione dei parcheggi presso quella struttura, in ottica perequazione tra personale accasermato o meno.
Nel contempo viene segnalata la potenziale difficoltà nel gestire anche il parcheggio esterno alla struttura, in funzione di lavori migliorativi a quell’ampio spiazzo pubblico (cantieri per la messa a terra di marciapiedi), dell presenza di un circo, sull’altro lato della strada, che può assorbire con i propri spettacoli posti auto.
A quanto sopra si aggiunge anche il rischio di furto sulle vetture parcheggiate, pare infatti sia già accaduto che la monovolume di un carabiniere, parcheggiata su questo spiazzo, abbia subito lo sfondamento del lunotto e dei finestrini, si ignora il quantificarsi del danno, ovviamente, ma si evidenzia l’evento, sicuramente “poco edificante”.

