Nei giorni scorsi i media sono stati interessati da un lancio stampa sul Reggimento a cavallo dell’Arma: i militari costretti a pulire i box a causa dell’assenza di impresa appaltatrice ad hoc. Ma nel 2025 ha ancora senso?
Uso del cavallo per funzioni di polizia

Inevitabile avviare la disamina sulle sacrosanti ragioni dei militari che, evidentemente solo da poco, sono costretti da problematiche burocratiche ed economiche, a provvedere alla pulizia degli stalli dei cavalli.
Ovviamente al grande pubblico, quelle note sindacali che, giustamente, agiscono a supporto del benessere di quel personale aderente alle sigle interessate, giugono come note stonate, giacché era possibile pensare che una delle peculiarità del Reggimento fosse avere dei militari che “ruotano” a tutto tondo rispetto al cavallo, anche provvedendo al suo riassetto completo, quale operazioni interne di caserma.
Prescindendo che le attività interne debbono essere conformi al dlgs 81/2008, in termini di procedure ed equipaggiamento, sorge la domanda (portata avanti da più parti su forum online), il cavallo nelle operazioni di polizia ha ancora una sua funzione?
Sostanzialmente la principale attività del Reggimento copre l’universo della rappresentanza, tra cui spicca – ovviamente – il noto carosello equestre, tanto caro anche alla compianta Regina Elisabetta, a fronte di ciò, nel 2025, con il potenziamento degli squadroni eliportati cacciatori (presenti, ora, in Sicilia, Sardegna, Calabria e Puglia), squadriglie in Sardegna, API e SOS nei capoluoghi, istituzione di un reparto mobile in Calabria, il cavallo ha ancora la sua valenza operativa concreta?
All’estero capita sovente impiego dei quadrupedi negli ordini pubblici, ma le manifestazioni hanno anche una violenza differente rispetto a quelle cui rispondono i reggimenti e reparti mobili di carabinieri, polizia di stato e guardie di finanza, stante l’attività preventiva essere esercitata mediante pattuglie e perlustrazione, dove, anche nei parchi cittadini, l’impiego della bicicletta avrebbe un impatto ambientale e operativo differente, sicuramente in termini di rapporto costi/arresti-fermi effettuati.
Una soluzione ideale potrebbe essere un Reggimento “ridotto”, mantenendo solo funzioni di rappresentanza con un numero congruo di operatori (militare/cavallo) per affrontare le occasionalità richieste dai caroselli, il ridimensionamento permetterebbe al personale di affrontare in modo più puntuale (anche con idonea formazione) a tutte le esigenze che il particolare Reparto è chiamato a rispondere senza che lo stesso sia distolto da operazioni di natura diversa, data la dipendenza dalla divisione unità mobili.