L’espressione “Ci sarà pure un giudice a Berlino” è una frase famosa che esprime la speranza in una giustizia imparziale. Essa è stata mutuata da un’opera di Bertolt Brecht, che narra la storia di un mugnaio che lotta per ottenere giustizia contro un abuso. La “nostra Berlino” è Bologna, dove il GIP ha dimostrato di avere una lettura intelligente, logica, lapalissiana, sull’utilizzo del taser.
Bologna arriva l’ok del GIP: il taser non deve essere demonizzato
Nei giorni scorsi aveva suscitato un’immotivato scalpore l’intervento dei carabinieri, a Bologna, per procedere al fermo di un uomo che aveva aggredito dei passanti con le forbici.
Si è saputo, nel prosieguo, che l’aggressore, assuntore di sostanza stupefacenti, dato il bilancio di tre passanti e due carabinieri feriti ha portato il gip Sandro Pecorella a convalidare l’arresto di Zakaria Azmami (l’esagitato con le forbici).
Interessanti e lapalissiane le motivazioni espresse dal GIP, quasi in linea rispetto alla logica espressa da operatori e loro rappresentanti:
«Il taser non va demonizzato. Serve per reprimere comportamenti insensati, violenti e pericolosi come quelli di Zakaria Azmami». Ha scritto nell’ordinanza di convalida del fermo il gip Sandro Pecorella, dopo aver sottolineato che quella sera Zakaria era in preda ad «un delirio religioso, aggravato dall’eccesso di sostanze». I carabinieri non erano riusciti a fermarlo neppure dopo una trentina di energizzazioni col taser. Il gip si chiede dunque «perché l’operatore deve essere esposto a un pericolo maggiore per sé se può agire con relativa sicurezza utilizzando un mezzo che è poco pericoloso per chi lo subisce legittimamente come è il taser?».
