NELL’ARMA È GUERRA TRA BANDE.

ARTISTI IMBAVAGLIATI: LA FRUSTRAZIONE DEI PROFESSIONISTI DELLA MUSICA DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Questa che raccontiamo è una guerra tra bande in chiave di violino, quella tra bande in chiave di potere la racconteremo più avanti.

L’ultima serata alla Scala è stata accompagnata da una lunga standing ovation. Tutti in piedi: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Premier Giorgia Meloni, il Presidente del Senato Ignazio La Russa e anche la Von Der Leyen. Minuti di applausi e “bravi”, per omaggiare l’arte.
Succede in ogni contesto dove va in scena il talento… O almeno, così dovrebbe essere. Si perché la cultura nell’Arma, a quanto pare, da un po’ di tempo, rappresenta un problema. Succede per i maestri d’orchestra che non godono di un riconoscimento simile a quello della Scala, tutt’altro…

Nelle organizzazioni oligarchiche la cultura rappresenta un problema.


È da tanto tempo, infatti, che il SIM Carabinieri, ad esempio, ascolta le lamentele e le frustrazioni dei professori d’orchestra della Banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri.

Oggi, di fronte all’ennesima circolare che restringe, se non addirittura compromette definitivamente, le possibilità ai Maestri di esibirsi, il SIM Carabinieri si schiera al fianco e condivide lo sconforto dei professionisti dell’arte musicale.
Stiamo parlando di professori d’orchestra di elevata caratura artistica, tutti diplomati al conservatorio e con curricula eccellenti; assunti attraverso un concorso pubblico per titoli ed esami, dove in sede di selezione vengono valutati anche gli incarichi professionali avuti nel corso della carriera. Poi, però, una volta entrati nell’Arma, non esistono più corsi, master, opportunità di studio finanziate dall’Istituzione e per questo sono costretti, per amore della loro passione, a formarsi da soli.

Tutto ciò che i musicisti svolgono (esibizioni, master class) è solo ed esclusivamente, finalizzato all’ accrescimento tecnico.

Eppure, nonostante gli sforzi, questi artisti in divisa vengono “velatamente osteggiati” con continue restrizioni, limitazioni e richieste di autorizzazione anche quando si tratta di attività GRATUITE!!!

In Italia di cultura non si campa.


Ora ci chiediamo: come è possibile che per l’attività GRATUITA tutti i dipendenti pubblici, ivi compresi i componenti delle fanfare e gli orchestrali delle altre bande (Marina, Aeronautica, Esercito, Polizia di Stato e Guardia di Finanza) come previsto dalle norme vigenti, facciano una mera comunicazione e i Carabinieri, invece, devono richiedere una autorizzazione almeno un mese prima dell’esibizione?


Eppure dovrebbe essere motivo di vanto avere un Carabiniere che suona in prestigiosi teatri, per l’Orchestra Sinfonica della RAI o per l’Accademia di S. Cecilia. Difatti, ora, queste istituzioni musicali, preferiscono rivolgersi ad altre organizzazioni, anche militari, poiché la Benemerita rappresenta un vulnus per farraginose beghe burocratiche.

Privacy e tempi moderni.

“dispongo che le richieste pervengano a questo Comando ALMENO un mese prima dell’evento, per dar modo di raccogliere le informazioni di rito circa gli organizzatori dello stesso dall’arma territoriale, conditio sine qua non si potrà esitare la pratica con parere favorevole”. 1800? No! 2022!

Va bene che la privacy è solo una parola inglese, ma è mai possibile che nel 2022, mentre le altre Forze di polizia viaggiano con la fibra, nei Carabinieri ci sia ancora una connessione con modem 56K? Ergo: è corretto che l’Arma territoriale, già in carenza di personale, debba fare verifiche e monitorare dove i musici vanno a esibirsi?

L’articolo 7 dei diritti fondamentali della Carta Europea cita: ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e delle proprie comunicazioni. L’articolo 13, invece, cita: le arti e la ricerca scientifica sono libere. La libertà accademica è rispettata.

Il fattore tempo in una società che corre


Pare che il Comando Generale dei Carabinieri rilasci le autorizzazioni ai maestri in due tre giorni (moltissimo considerato la telematizzazione della PA) ciò significa che per il resto del tempo le pratiche restano ferme sulle scrivanie degli infiniti uffici. Ecco il motivo del mese necessario quando basterebbe un click.

I Maestri d’orchestra non sono criminali!

Eppure è così che si sentono trattati, sottoposti ad una perenne inquisizione ogni qualvolta desiderano partecipare ad un evento artistico! Ma quale sarebbe il crimine? Crescere culturalmente e portare prestigio all’intera organizzazione dei Carabinieri?

… E il generale Luzi lo sa?

E il Generale Luzi queste cose le sa? Probabilmente al numero 1 molte cose non vengono riportate… chissà!

Da questi segnali, però, si nota che sta tornando il buio nell’Istituzione e sarebbe grave se questa annosa questione non venisse immediatamente risolta!

Allora a Luzi, all’uomo di cultura, si chiede più attenzione verso questi artisti e questa attenzione deve coniugarsi in spazio, libertà, serenità. Costoro devono navigare nella bellezza dell’estro, nell’ammirazione dell’inventiva musicale. Sono uomini di pace, come raccontava De Crescenzo, e non uomini di guerra. Devono star fuori dagli schemi, dal coro …Devono andare fino alla fine del loro pensiero, come sosteneva Léon Blum.