Dal 7 ottobre al 7 Ottobre, due anni dopo

Trascorsi due anni e un giorno dall’attacco di hamas a Israele, questo ha poi provocato la catastrofica guerra di Gaza, un overview? No, si spera in un punto, semmai.

Ottobre, due anni dopo, come cambia il medio oriente

ottobre gaza

Una lettura della geopolitica degli ultimi due anni non è assolutamente facile, ne si avrebbe neanche “voglia” di farla, perché le variabili da considerare sono veramente molte, da quelle politiche, interne e relazionali dei singoli paesi, economiche, significando anche la crescita delle popolazioni e lo sviluppo di quei “sistemi paese”, e soprattutto bisognerebbe procedere per aree geografiche, anche se il mito della globalizzazione rischia sempre di appiattire tutto.

Ancora, stante la presenza di due focus di conflitti in essere: Gaza e Ucraina, e l’instabilità della cintura del Sahel, tra gli altri. Curioso, quindi, questo mese di Ottobre, un mese di attese, per alcuni versi…

A proposito di instabilità, si pensi a quella interna della Francia, oramai endemica, subito dopo la iniziale debacle di Macron (della formazione politica di…) alle elezioni Europee, passando per la stasi industriale della Germania e, volendo fare un volo pindarico, alla politica interna degli USA, dove si è assistito a qualcosa senza precedenti: alla convocazione – letteralmente, da ogni angolo del mondo – di tutti i Generali e Ammiragli delle FF.AA. USA a Washington da Trump.

Apparentemente sono tutti elementi non collegati tra di loro, eppure un tramite lo si può trovare: quando un paese affronta una “crisi” interna (di varia natura), quella leadership politica si proietta verso la politica estera, questo al fine anche di poter attirare l’attenzione dei propri elettori e catalizzarla verso un possibile punto di forza, ed è quello che platealmente hanno fatto Trump e Macron.

Oggi a due anni esatti dall’attacco di hamas gli spiragli offerti da Trump (con i suoi modi, curando i propri interessi, ovvio) paiono farsi concreti, sembrerebbe che entro domenica gli ultimi 48 ostaggi potrebbero essere rilasciati, sarebbe un bel colpo, davvero.

Quello che preoccupa è il dopo, ma sarà affrontato a tempo debito: instabilità interna di Israele, Bibi è in scadenza e pur sempre sotto processo; alla smilitarizzazione di hamas cosa seguirà? chi incanalerà la rabbia dei palestinesi e verso chi? La presenza di Tony Blair, nel direttorato che garantisce la transizione di Gaza, è legata a un possibile colonialismo “new age”?

Nel frattempo una seconda flotilla ha visto l’interrompersi della sua navigazione verso Gaza; Ottobre si dimostra l’essere un mese decisivo per le policirisi aperte, anche con uno sguardo verso l’Ucraina, la deterrenza (forse) dei Tomawak servirà contro la Russia?