Forze dell’Ordine sempre più esposte a rischi cardiovascolari. Quali le cause.

Da poche ore è giunta la notizia che un Carabiniere effettivo a Mondragone (Caserta), di soli 50 anni, ha perso la vita per cause naturali probabilmente da attribuire al cuore. Storie sempre difficili da accettare che giungono come un fulmine a ciel sereno e che si manifestano sempre più frequentemente soprattutto tra coloro che indossano una uniforme. Un evidenza nota alle Istituzioni che hanno avviato percorsi di prevenzione finalizzati a ridurre il rischio di cardiopatie. Purtroppo, però, non tutti sono aperti alla cultura della prevenzione e molte volte manca il tempo per potersi dedicare a se stessi.

Abbiamo fatto una chiacchiera col Professor Ciampi che si occupa di cardiologia interventistica e secondo lui le cause sono molteplici e si collocano negli studi attuali sulla “società moderna dell’abbondanza e della pigrizia”

Professore intanto grazie. Possiamo subito dire che ci sono categorie professionali più a rischio di altre?

Certamente. Si chiamano lavori usuranti per questo. Un operaio costretto a respirare fumi tossici o a lavorare di notte è sicuramente più a rischio di cardiopatie e malattie vascolari rispetto a un impiegato che svolge attività ordinaria, ciclica.

Perché spesso si sentono notizie di morti improvvise, soprattutto nel mondo delle forze dell’ordine?

In questo momento non ho un parametro di comparazione con le altre categorie ma posso affermare di avere molti pazienti in divisa. Nelle dichiarazioni anamnestiche riscontro spesso gli stessi punti.

Quali?

Sicuramente una alimentazione sbagliata, uno stile di vita non proprio sano, poca attività fisica e molto ma molto stress. C’è il problema sempre più comune dei picchi pressori legati a tanti fattori, tra cui quelli causati dagli interventi per strada, cosiddetti operativi. Il cuore se non allenato rischia molto e passare repentinamente da un servizio ordinario a un intervento pericoloso è molto compromettente, soprattutto se questi interventi si ripetono più volte nell’arco delle 6 ore di turno. Il cuore ha il vizio di non darci alcun preavviso seppur campanelli d’allarme ci sarebbero e andrebbero subito approfonditi.

Tipo?

Intanto è sempre opportuno fare screening periodici, soprattutto dopo una certa età. Una prova da sforzo, ad esempio, aiuta molto. Avere perennemente sonno e sete di ossigeno deve far preoccupare. Sentirsi stanchi, anche appena svegli, non è un buon sintomo. Essere di cattivo umore e sempre rabbiosi può indicare placche di seria entità.

Professore cosa consiglia a chi indossa una divisa?

Serenità. Equilibrio e riscoprire il valore del benessere. Evitate cibi grassi e mangiare per nervosismo. Camminate moltissimo e cercate valvole di sfogo piacevoli. Fate prevenzione attraverso controlli periodici e bevete tanta acqua, almeno 1,5 litri al giorno. La sera evitate cibi grassi e monitorare il sonno è la pressione sanguigna attraverso un diario settimanale. Va misurata mattina e sera per una settimana almeno, per riscontrare eventuali cambiamenti. Non abbiate paura di farvi visitare perché ci vuole poco ma serve a molto. Non assumete tantissimi caffè e dopo aver operato su un caso ad alto impatto emotivo cercate un forte e intenso momento di recupero. Fate attività come lo yoga o frequentate strutture sportive che aiutino a detossinarsi. Ricordatevi sempre che la vita è solo una e merita tutti i nostri accorgimenti.

Professore grazie infinite e buon lavoro

Grazie a voi.