EncroChat, intervento della Corte di Giustizia UE

La Corte di Giustizia, nel contesto della Causa C-670/22, ha definito i criteri per la condivisione, e quindi l’utilizzo, delle evidenze raccolte, tra procedimenti penali transfrontalieri.

Sul punto – ma per motivi differenti – era già intervenuta la Corte di Cassazione (piattaforma Sky ECC, non Encrochat) suscitando interessanti dibattiti tra gli addetti ai lavori, si pensi al Prof. Spangher o all’Avvocato Di Stefano, con i loro interventi sul tema.

encrochat

Circa la CGUE, si consideri il contesto: EncroChat, è una particolare piattaforma crittografata che veniva utilizzata da un sodalizio criminale per comunicare “in modo sicuro”.

Nell’ambito di procedimenti penali in essere in Germania, relativi al traffico illecito di sostanze stupefacenti, la Corte di Giustizia dell’UE, ha indicato, nello specifico che:

“[…] un ordine europeo di indagine inteso a ottenere la trasmissione di prove già raccolte da un altro Stato membro, può, a determinate condizioni, essere adottato da un pubblico ministero […]”.

Ancora, “[…] La sua emissione non richiede che siano rispettate le condizioni applicabili alla raccolta di prove nello Stato di emissione. Tuttavia, deve esistere la possibilità di un controllo giurisdizionale successivo sul rispetto dei diritti fondamentali delle persone interessate (possibilità, per indagato, di proporre memorie e notifica dell’AG procedente verso l’altro Stato ndr.) […]”.

Encrochat, alcune considerazioni conclusive…

Partendo dal caso Encrochat, è interessante rilevare come la tecnologia stia, gradualmente plasmando, modificando, il codice di rito e le relative prassi investigative.

Ora la cronaca viene interessata dal “fenomeno dei criptofonini”, si parli di Encrochat, o comunque di piattaforma digitale differente, negli anni scorsi il mantra interessava invece il trojian, e la notevole pervasività del suo utilizzo verso la sfera personale, suscitando anche ampi dibattiti circa una reale differenza tra perquisizione e ispezione informatica (con il trojian è possibile “prendere il controllo del device”).

Interessante ricordare, a tema, il pensiero del dott. Gratteri, circa la necessità di dotarsi, per la polizia giudiziaria, di professionalità informatiche sempre più verticali.

Anche Europol, recentemente, ha pubblicato un appello diretto ai big tech, volto a una maggiore cooperazione. Le comunicazioni end to end non aiutano le indagini, infatti, ma questo interessa, come facilmente intuibile, non necessariamente strutture digitali come Encrochat ma anche applicazioni comuni, si pensi a telegram o signal.