Cambio alla comunicazione della Polizia, arriva Cerbone e Viola sale in cattedra

DOPO TANTI ANNI DI RAPPORTI CON GLI ORGANI DI INFORMAZIONE, RELAZIONI ESTERNE E CAMPAGNE MEDIATICHE MARIO VIOLA PASSA AD ALTRA STRUTTURA. LA LUNGA GUIDA DI UN UFFICIO CENTRALE DI PRIMARIA IMPORTANZA HA CONSENTITO ALLA POLIZIA DI STATO DI RAGGIUNGERE ALTISSIMI LIVELLI DI CONSENSO PUBBLICO, A TESTIMONIANZA CHE ALCUNI RUOLI NON POSSONO ESSERE ALTERNATI RIPETUTAMENTE COME ACCADE IN ALTRE COMPAGINI PUBBLICHE.

Dal primo giugno il dott. Mario Viola ha assunto il prestigioso incarico di Direttore della Scuola Superiore di Polizia. A lui è stato affidato l’alto compito di formare i futuri dirigenti della Polizia di Stato.

Domenico Cerbone, ora, è il nuovo Direttore dell’Ufficio Comunicazione Istituzionale della Polizia di Stato.

Viola lascia l’Ufficio dopo aver realizzato tante campagne mediatiche di successo, soprattutto in un momento di trasformazione dell’Istituzione sempre più impegnata nell’ecosistema digitale per prevenire e contrastare le minacce in rete.

Ad entrambi giungano i nostri migliori auguri.

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Polizia di Stato

Storia della Polizia di Stato

Nel 1814 il Regno di Sardegna, con le Regie Patenti del 13 luglio, crea la “Direzione del Buon Governo”.

Si tratta di un’unica amministrazione, con potestà di polizia, amministrative e giudiziarie delegate ai Governatori e ai Comandanti militari, affiancata dai Carabinieri Reali, anch’essi allora istituiti, come strumento esecutivo di tale indirizzo.

Il tutto è sotto la regia politica del Ministero della Guerra e della Marina, che dal 1847 viene definitivamente affidata al Ministero dell’Interno con la Direzione di Polizia.

L’anno seguente, nel 1848, in concomitanza all’applicazione dello Statuto, su iniziativa di Re Carlo Alberto e del ministro Pier Dionigi Pinelli, nasce l’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, che scalza nei suoi compiti la Direzione di Polizia.

Non è solo un mero cambio di nome. Il vocabolo Pubblica Sicurezza da un lato viene incontro a un’opinione pubblica alla quale il termine Polizia suscita sentimenti di ostilità rievocando antiche prepotenze e abusi, dall’altro eleva il mantenimento dell’ordine e del rispetto delle leggi nella sfera pubblica e privata al rango di reale ed effettiva amministrazione.

La riforma prevede che le funzioni di Pubblica Sicurezza siano affidate unicamente a civili, seguendo il criterio di una diversa competenza territoriale. Al vertice della Divisione Amministrativa ( gruppo di più province) è l’Intendente Generale; la singola provincia è diretta dall’Intendente; nei Mandamenti abbiamo i Delegati e i Sindaci di nomina governativa nei comuni.

A Torino e Genova, capoluoghi di divisione, dipendono direttamente dall’Intendente Generale i Questori assistiti dagli Assessori e dagli Apparitori.

Il braccio operativo sono sempre i Carabinieri Reali, mentre nei capoluoghi di divisione s’impiegano i Carabinieri Veterani, costola dei primi; può intervenire a sostegno della Forza Pubblica anche la Guardia Nazionale.

Poco dopo la metà del secolo, nel 1852, nasce il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza alle dirette dipendenze dell’Autorità di P.S., per far fronte alle crescenti esigenze di ordine pubblico, dovute anche agli esiti della prima Guerra d’Indipendenza.

Si tratta di un Corpo militarmente organizzato, unico esempio nell’Europa del tempo, elemento distintivo che suscita accese polemiche sul piano politico.

Nell’espletamento dei suoi compiti di polizia, data l’esiguità del suo organico, può essere affiancato dai Carabinieri Reali, dalla Guardia Nazionale e dalla truppa, mentre al contempo scompaiono i Carabinieri Veterani.

Nel 1859, poco dopo la fine della seconda Guerra d’Indipendenza, Urbano Rattazzi introduce un nuovo ordinamento per la P.S. che investe anche il personale; scompare la qualifica di assessore per far posto a quella di ispettore; viene inserita quella di applicato; permane quella di delegato.

Storia della Bandiera

Nella propria Bandiera nazionale la Polizia di Stato sintetizza il senso più alto dei propri valori, della propria identità e della propria tradizione. Polizia di Stato e Bandiera sono intimamente connessi e come tali destinati all’indissolubilità.

La Bandiera nazionale, nella foggia stabilita dall’art.12 della Costituzione della Repubblica Italiana, è il massimo riconoscimento istituzionale per ogni Corpo o Arma dello Stato per i suoi appartenenti e per il ricordo dei suoi Caduti.

Il percorso che porta alla concessione della Bandiera alla Polizia di Stato si inserisce nelle alterne vicende storiche che scandiscono nei decenni l’evoluzione dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza.

La prima concessione della Bandiera nazionale è datata 4 giugno 1922.
Il Vessillo nazionale fu consegnato durante la Festa dello Statuto dal Re Vittorio Emanuele III al Corpo della Regia Guardia per la Pubblica Sicurezza, istituita alla fine del 1919, in una cerimonia nella caserma “Macao” di Roma.

Dopo lo scioglimento della Regia Guardia per la Pubblica Sicurezza -disposto con Regio Decreto n° 1680 del 31 dicembre 1922 –  quel Vessillo era versato all’Armeria Reale di Torino da dove, sottratto all’oblio dal proseguire del tempo, il 12 dicembre 2019, nel corso di una solenne cerimonia, dopo aver ricevuto gli onori della Scuola Superiore di Polizia (già Scuola Ufficiali e Sottufficiali del Corpo della Regia Guardia per la P.S.)  ed aver “abbracciato” tutti i caduti della Polizia onorati nel Sacrario della Scuola, è stato definitivamente collocato nel Sacrario delle Bandiere, all’interno del Complesso del Vittoriano a Roma.

Qui, tra altri Vessilli custoditi, può essere ammirata con la successiva Bandiera, che era nuovamente riconosciuta nel 1930 alla Polizia.

Infatti, il ricostituito Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza dovette attendere 5 anni per potersi nuovamente fregiare di una propria Bandiera nazionale, che veniva concessa con Regio Decreto del 26 settembre 1930.

La stessa Bandiera onorava il Corpo che, nel 1944, si vedeva riassegnare l’originale denominazione di Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, istituito nel 1852

Con la proclamazione della Repubblica Italiana, poiché il drappo e il puntale venivano adeguati al nuovo ordinamento, gli stessi erano versati al Sacrario

Nel 1981 con il Nuovo ordinamento dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, le bandiere appartenenti e le decorazioni concesse al Corpo delle guardie di pubblica sicurezza e al Corpo della polizia femminile sono attribuite alla Polizia di Stato.

Dal 18 febbraio 2003 la Bandiera è affidata in custodia al Centro Polifunzionale – Scuola Tecnica della Polizia di Stato di Roma.

  •  Concessione dell’uso della Bandiera nazionale all’Accademia del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza (D.P.R. 29 dicembre 1964, n. 1568). Oggi la Bandiera è custodita presso la Scuola Superiore di Polizia a Roma.
  • Concessione dell’uso della Bandiera nazionale al Raggruppamento Squadroni del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza (D.P.R. 28 setto 1965, n. 1272). Oggi la Bandiera è custodita al Centro di Coordinamento dei Servizi a Cavallo e Cinofili di Ladispoli (RM).
  • Concessione alla Scuola Sottufficiali di Pubblica Sicurezza dell’uso della Bandiera nazionale (D.P.R. 24 maggio 1974, n. 275). Oggi la Bandiera è custodita all’Istituto per Ispettori della Polizia di Stato di Nettuno (RM).

Fonte istituzionale: https://www.poliziadistato.it/articolo/le-origini-della-polizia