Le proteste nate in Francia crescono anche in Europa e ora si teme un effetto domino

In una Parigi dove si respira aria di lacrimogeni e incendi, il governo fa i conti con l’alto tasso di immigrazione irregolare. Interi quartieri gestiti dalla criminalità organizzata, dove tutti hanno difficoltà a entrare, adesso sono terreno di scontro. A perdere la vita un innocente ragazzo che adesso viene strumentalizzato per parlare di razzismo o altro. La Francia sta vivendo un incubo che va ben oltre il singolo episodio accaduto a Nanterre e che prima o poi sarebbe emerso. La questione merita molta attenzione perché Parigi può rappresentare un innesco per l’intera Europa sprovvista di politiche serie sull’immigrazione.

Il Ministro dell’Interno francese ha riferito che questa notte 157 persone sono state fermate per le violenze urbane scoppiate dopo l’uccisione del giovane diciassettenne a Nanterre, nella banlieue parigina. Ben 352 gli incendi domati, 297 i veicoli dati alle fiamme e 34 i siti danneggiati. Il numero degli arrestati è sicuramente inferiore rispetto ai giorni scorsi. Il ministero ha riferito, inoltre, di tre feriti tra le forze dell’ordine, mentre un vigile del fuoco di 24 anni sarebbe morto a Saint-Denis nell’intento di spegnere gli incendi ad alcuni veicoli.

Le parole del Ministro degli Esteri Tajani

”Dobbiamo impedire che si allarghi a macchia d’olio anche in Belgio e in Svizzera. Tutta l’area della francofonia vive un momento di fibrillazione. Adesso bisogna però isolare i violenti e risolvere i problemi con la politica, mai con la violenza”.