Il Ministro dell’Interno, che ha recentemente firmato un libro sul tema – “dalle parte delle divise” – con la giornalista Annalisa Chirico, si oppone alla marchiatura degli agenti in ordine pubblico, si parla di facinorosi, quindi, ma non solo: i casi in cui gli agenti diventano vittime di un sistema contorto sono tanti.
Dal contenimento dei facinorosi a episodi di cronaca recenti: Piantedosi ricorda e si racconta

Sono i numeri che parlano, e chiaramente, nel 2024 ci sono stati 273 feriti tra le forze di polizia, e come anche qui evidenziato, il tasso di violenza contro le uniforme è sostanzialmente in risalita.
Piantedosi non si dice contrario a segni identificativi per gli agenti impiegati in assetto antisommossa, si dice contrario all’idea così come presentata dalla sinistra perché può apparire come una marchiatura di quell’agente, quando – in realtà – anche i poliziotti debbono essere tutelati dai facinorosi.
Sovente, ricorda il Ministro in questo testo, edito da Piemme, le forze dell’ordine sono state poste sul banco degli accusati per partito preso, ancora prima che l’esatta evoluzione dei fatti, di quegli eventi, che hanno originato una evidente bagarre comunicativa, venissero meglio esaminati e posti all’attenzione – eventuale – dell’Autorità Giudiziaria.
Tanti sono i casi di cronaca che vengono richiamati, qualcuno anche affrontato – ovviamente – da questo portale, come l’evoluzione della vicenda giudiziaria di Ramy Elgami, il caso del Maresciallo Masini, della notte di capodanno, degli agenti della polstrada feriti a martellate a Santhia, davanti a questi episodi, dove a distanza di temo, si è giunti ad archiviazioni, Piantedosi chiosa “serve più forza, più garanzie, dalla parte delle nostre divise sempre”.