Nei giorni scorsi aveva colpito, e ovviamente preoccupato, la possibilità che le mail del Governo potessero essere state “clonate” (improprio, meglio spoofing), e in un mondo oramai dalla digitalizzazione spinta, il rischio dev’essere realmente ponderato, comunque è importante parlarne, magari senza creare allarmismi e, considerando anche la natura delle perplessità, magari prima interloquire con i soggetti interessati e dopo attuare una disclosure sul punto.
E no, le mail sono al sicuro (relativamente, ovvio)
La sicurezza, quando si parla di universo digitale, è una chimera con la costante di volerla raggiungere, ecco perché è sempre importante prestare un’attenzione in più.
Una inchiesta giornalistica propone un Alert: le mail “critiche” del sistema paese sono compromesse da erronee configurazioni, policy desuete, mancata centralità gestionale.
Attenzione, tutto quanto detto corrisponde a potenziale verità, basti considerare il galoppo normativo e gestionale fatto negli ultimi anni, iniziando dal considerare la necessità di un perimetro cibernetico nazionale, affidare la resilienza del sistema paese all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e imprimere un assetto differente anche al panorama investigativo, perché – giustappunto – sono i tempi a richiedercelo.
Pregevole quindi il lavoro svolto dal dott. Paolo dal Checco, noto informatico forense che, in suo post per i social, spiega “la non notizia”, riprendendo l’approfondimento fatto dal dott. Andrea Draghetti.





