La Giunta delle Autorizzazioni ha respinto la richiesta della Procura di Roma. Il caso Al Masri rimane quindi relegato ad affaire di Stato e quindi nell’alveo politico.
Al Masri, caso chiuso, piaccia o meno

La ragione di Stato non può essere frammischiata con dubbi di tipo processual-penalistico, cadrebbe tutto un castello retto sull’interpretazione dell’interesse nazionale, della tutela delle pmi, ma esprimibili su un tessuto geopolitico e non solo nazionale, di interessi energetici, di tutela della cosa pubblica, ma con un occhio più lungo, guardando anche al contrasto dell’immigrazione clandestina.
A quanto sopra si aggiunge come, prescindendo dagli incarti che si sono registrati, lasciava perplesso il non far rientrare la Capo del Governo tra le figure interessate all’esser perseguite penalmente.
Comunque, con la decisione assunta dalla Giunta per le Autorizzazioni della Camera, che, come detto, ha respinto la richiesta di procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano, in relazione alla vicenda Al Masri, la vicenda del generale libico accusato di crimini contro l’umanità prima arrestato e poi rilasciato e rimpatriato dalle autorità italiane, si è naturalmente conclusa.