Treviso, inseguimento da parte dei carabinieri, auto a folle velocità con alla guida soggetto con patente ritirata, incidente e morte del passeggero che era con quest’ultimo. Si aspetta nuovo atto dovuto?
Treviso, in attesa di atto dovuto

Treviso, o almeno il suo hinterland, si tratta di una frazione del Comune di Castel Franco, qui una auto, a folle velocità, percorre le strade di quel territorio e viene casualmente intercettata da una pattuglia dell’Arma.
I militari, ovviamente, cercano di fermare quel veicolo, evidentemente ex art. 192 cds, date le velocità non altrimenti commisurate alle condizioni della strada.
La vettura, come capita sempre più spesso, non ottempera.
Logica conseguenza, sia per la tutela della sicurezza pubblica che per l’eventuale impedimento di protrarsi di crimini che potrebbero essere indagati, la pattuglia si pone all’inseguimento di quella macchina.
Si scoprirà che a bordo ci sono due uomini, di 27 e 37 anni, il conducente senza patente perché precedentemente già ritirata.
Durante l’inseguimento, la quale velocità è dettata dall’inseguito, che evidentemente ha tutto il diritto di scappare, certamente, ma può anche scegliere di affrontare le proprie responsabilità (volontà contro obbligo giuridico dell’inseguitore), la vettura va a sbattere, dall’impatto ne deriva la morte di uno dei due uomini: il passeggero.
Qualcosa di simile, ovviamente con profili differenti, era accaduto a Milano, più recentemente a Bologna, motivo per cui alcune sigle sindacali, come SIM CC ed NSC hanno messo sul tavolo una proposta di legge sul mettere fine alla querelle sul c.d. atto dovuto, un abominio a fronte di una prima cristallizzazione degli eventi e quindi della criminodinamica.
Si rimane in attesa dell’evoluzione degli accadimenti.