
Attentati contro Israele
Inutile girarci attorno, oramai l’aria attorno a Israele è cambiata. Il riferimento corre al sentiment comune che vede una comunità internazionale (tra alti e bassi) e una opinione pubblica, sempre più contrariate (eufemismo, n.d. Marascio) dalle operazioni militari condotte da Israele nella Striscia di Gaza. Allo stato attuale la gestione del conflitto di “Bibi” Netanyahu sta destabilizzando l’intera area: sconfinamento territori siriani, genocidiario utilizzo di armi desuete ma ugualmente”efficaci”, come la procurata carestia di beni e servizi a carico dei gazesi, stante una crescente resistenza interna alle proprie politiche che non portano alla liberazione degli ostaggi del pogrom del 7 ottobre. Alla destabilizzazione condotte con le armi, la “resistenza” risponde con la paura indotta da un terrorismo sempre più subdolo e che colpisce anche città occidentali. Di recente è stata la volta di Washington, rafforzata la vigilanza a obiettivi sensibili in Italia.