Ancora nonnismo in una caserma di Trieste, caporale condannata.

Dieci mesi di reclusione a una militare graduata che aveva maltrattato una ventottenne offendendola e strattonandola

Estratto da articolo di Di GIANPAOLO SARTI per ilPiccolo

TRIESTE Il piazzale della caserma non pulito a dovere. Il motivo? Un mozzicone di sigaretta trovato a terra. Evidentemente un pretesto: in effetti tanto è bastato per suscitare l’ira, gli insulti e i maltrattamenti del superiore. In altre parole: “nonnismo”. Stavolta tra due donne in divisa […]

È successo a Trieste il 31 marzo di due anni fa […] La vicenda è culminata con una denuncia e un processo concluso con una condanna in primo grado a dieci mesi di reclusione militare (pena sospesa) a carico della quarantacinquenne Clementina P., originaria della provincia di Caserta, all’epoca dei fatti caporal maggiore dell’Esercito.

La graduata, si legge nella documentazione giudiziaria, «non ricorrendo cause estranee al servizio o alla disciplina militare, usava violenza contro l’inferiore – una ventottenne di Cosenza in quel periodo volontario in ferma prefissata – afferrandola per il braccio destro e strattonandola violentemente sino a trascinarla per due o tre metri». Il gesto aveva cagionato nella vittima una contusione al braccio destro e una «sindrome ansiosa reattiva», […]

Il processo è stato celebrato davanti al Tribunale militare di Verona. Il caso è stato accertato nei dettagli grazie alle testimonianza della ventottenne e di alcuni colleghi che avevano assistito alla scena in caserma. […]

[…] Il caporal maggiore a un certo punto aveva ordinato alla ventottenne di pulire un piazzale all’interno della caserma. Ma, stando a quanto emerso, in realtà non ci sarebbe stato alcunché da pulire. Era già tutto a posto. Sarebbe stata proprio la graduata, secondo quanto emerso dalle testimonianze, a gettare per terra il mozzicone di sigaretta sgridando e insultando la subordinata. Poi l’aveva presa per il braccio, strattonandola. La ragazza aveva avuto un attacco di pianto ed era stata soccorsa dai colleghi. La volontaria si era poi rivolta ai Carabinieri e quindi al Pronto soccorso, decidendo di sporgere denuncia. […]

Il reato è stato inquadrato, in base all’articolo 195 del Codice penale militare di pace, in «violenza contro inferiore». […]

[…] la condanna prevede anche un risarcimento alla parte civile, quantificato in 1.500 euro, e il pagamento delle spese legali.