Arriva il report della Polizia di Stato sulla violenza alle donne. Ecco cosa dicono i numeri.

Il 2022 segna un calo complessivo dei reati introdotti nel 2019 dal cosiddetto Codice Rosso, la legge sulla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, tra tutti il ‘revenge porn’, la diffusione di video o immaginio sessualmente espliciti. Fa eccezione lo sfregio permanente al volto. E’ quanto emerge dal Report interforze ”Il pregiudizio e la violenza contro le donne”, presentato dalla Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, in collaborazione con l’Università ‘La Sapienza’ di Roma, presso Sala della Protomoteca, Musei Capitolini, Campidoglio alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, del capo della Polizia Lamberto Giannini e del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri Per il reato di ‘Deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso’ nei primi nove mesi del 2022, si registra un incremento pari al 17% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Il Report evidenzia però che la norma, pur introdotta con specifico riferimento al contrasto della violenza di genere, ha attratto nella propria sfera di applicazione tutte le ipotesi prima riconducibili all’ipotesi di lesioni personali gravissime con deformazione o sfregio permanente del viso, facendo sì che, in questo caso, risultino più numerose le vittime di genere maschile. Dall’entrata in vigore della nuova legge, infatti, su 246 delitti commessi, l’incidenza delle vittime di sesso maschile è pari al 76%, mentre è del 24% per quelle di genere femminile. Di queste ultime l’87% risulta essere maggiorenne e il 60% di nazionalità italiana. Analizzando ulteriormente il dato sugli autori di queste violenze emerge, inoltre, che per il 91% sono anch’essi di genere maschile e viene confermato che, nella maggioranza dei casi, non si tratta di reati riconducibili alle dinamiche relazionali uomo/donna. Quanto al revenge porn, esaminando il periodo gennaio-settembre 2022 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, si registra una riduzione pari al 20%, mentre dall’introduzione della norma si sono verificati complessivamente 3.496 reati. Le regioni in cui, in valori assoluti, si è registrato il maggior numero di violazioni sono la Lombardia, la Campania e la Sicilia. Quelle, invece, in cui se ne sono verificate meno sono la Valle d’Aosta, il Molise e la Basilicata. Considerando invece l’incidenza, ovvero il numero di reati della specie rapportati alla popolazione residente, le regioni dove il reato è risultato più diffuso sono il Molise, la Sicilia e la Sardegna. Quelle, invece, in cui l’incidenza è risultata più bassa sono l’Abruzzo, la Puglia e le Marche. Per quanto attiene alle vittime, sono predominanti quelle di sesso femminile, con un’incidenza del 72%. Tra queste ultime l’83% risulta maggiorenne e l’87% è di nazionalità italiana.