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Operazione “Gideon’s Chariots II”: l’assalto di Israele a Gaza è imminente

Gaza è una polveriera sull’orlo dell’implosione. Israele si prepara all’assalto finale con l’operazione denominata “Gideon’s Chariots II”, un chiaro richiamo biblico a Gedeone, il giudice che, con appena 300 uomini scelti per fede, disciplina e determinazione, sconfisse un esercito soverchiante. Non è una citazione retorica: è la dichiarazione strategica di Israele.

Il patto nascosto: Trump, Putin e il crollo dell’egemonia occidentale

Nel cuore dell’agosto artico, nella cornice apparentemente neutra e dimenticata di Anchorage, in Alaska, si è consumato un incontro destinato a entrare nella storia non per ciò che è stato pronunciato, ma per ciò che è stato sottinteso. Donald Trump, presidente in carica degli Stati Uniti, e Vladimir Putin si sono riuniti ufficialmente per discutere della “stabilità euroasiatica”, ma ciò che realmente è avvenuto tra le mura blindate della base aerea Elmendorf-Richardson ha il sapore amaro di una riconfigurazione strategica silenziosa, eppure profondissima.

Trump-Putin, affari o pace?

Titolo non polemico, ma semplicemente nato da considerazioni da spettro più ampio dalla “semplice” visione della pace per un conflitto, che agli USA interessa sempre meno. Il 15 agosto rimane d’interesse geopolitico “solamente” perché segna il natale di Napoleone.

L’Italia sulla definizione di genocidio non ha le idee chiare

Spiace considerare che proprio Roma ha avuto sede per la firma del trattato che ha dato concreta operatività alla Corte Penale Internazionale e il diritto internazionale non attribuisce al genocidio responsabilità sul mood della sola Germania nazista.

Beirut e Gaza: due crateri nel diritto internazionale

Crateri? Si, non è esagerata come definizione, oramai la ipocrisia che si nasconde dietro la storia di Israele si sta diradando, il velo è liso, oramai, a Gaza è genocidio. Il punto è semplice: il diritto internazionale non può essere facoltativo.

Cooperazione militare Guido Crosetto

L’Italia paracaduterà aiuti a Gaza

La comunità internazionale è combattuta, a Gaza è in atto un genocidio, oramai lo dicono apertamente intellettuali israeliani, non si capisce se iniziative politiche, come il riconoscimento dello Stato di Palestina possa aiutare, ma sugli aiuti umanitari si è tutti d’accordo.

Il Genocidio Nascosto: Israele, Gaza e l’Orologio della Storia

Sempre più giuristi e politologi affermano che quello di Israele è un vero genocidio, e mentre Mattarella esprime perplessità sulla condotta bellica delle truppe con la stella di David, e Francia, Gran Bretagna e Canada vogliono riconoscere lo Stato di Palestina, Egitto e altri paesi arabi chiedono la smilitarizzazione di Hamas. Su tutti tuona Bibi: Gaza potrebbe essere annessa a Israele.

Il confine della legalità – Il piano di concentrazione a Gaza e l’onere della scelta per le forze armate

Questo articolo, “il confine della legalità”, si basa sull’appello firmato da quindici docenti e ricercatori di diritto internazionale e diritto dei conflitti armati, pubblicato il 10 luglio 2025 e indirizzato al Ministro della Difesa, al Capo di Stato Maggiore e alle principali autorità legali e politiche dello Stato di Israele. Il testo è stato analizzato nella sua interezza e interpretato secondo criteri di rigore giuridico, etica operativa e responsabilità strategica.

sicurezza selettiva ue caso moldavia

La sicurezza selettiva: quando l’Europa sceglie chi può esistere

La sicurezza selettiva è diventata il nuovo paradigma: chi decide chi può esistere davvero? Perché non si discute mai di Daryali nelle conferenze europee, mentre si parla di investimenti e ricostruzione? Magari non si daranno, qui, delle risposte, ma almeno si pone la domanda, per riflettere, per ripensare un certo argomento con altra verticale

NATO, PIL e difesa, ma da cosa?

All’Aia, si è parlato di difesa. Si è parlato di scenari, di deterrenza, di cybersicurezza, di minacce ibride, di spese da alzare, da rafforzare, da rendere “proporzionate all’instabilità”. Nulla di sorprendente. Tutto perfettamente allineato al linguaggio dell’epoca.

E se Kant avesse ancora ragione?

230 anni dopo “Per la pace perpetua”, il filosofo ci interroga sulla guerra – e sulle nostre responsabilità. In un’epoca che celebra tutto e ricorda nulla, dove ogni giorno è la Giornata Mondiale di qualcosa, un anniversario tondo rischia di passare sotto silenzio. Eppure, 230 anni fa – nel 1795 – Immanuel Kant pubblicava un libretto destinato a durare più della polvere di molte rivoluzioni: Per la pace perpetua.

Guerra a bassa intensità?

Al Udeid sotto tiro: Teheran rilancia la guerra a bassa intensità, anche se ora vi sono voci (confermate) di una pax tra Israele e Iran, “mediata” da Trump.

La crisi umana dietro la guerra israelo-iraniana

13 giugno 2025. Israele ha varcato una soglia invisibile ma decisiva: ha colpito direttamente il suolo iraniano. Non più guerre per procura, non più schermaglie in teatri lontani: stavolta la guerra guarda in faccia l’avversario.

Medio Oriente: nuovo disordine

Israele ha colpito in profondità il cuore del dispositivo militare e nucleare iraniano. L’operazione ha neutralizzato obiettivi critici: siti di arricchimento, basi missilistiche, centri di comando IRGC. Due opzioni sul tavolo: sollevazione popolare a Teheran, disordine conseguente a livello nazionale (Siria docet); il popolo iraniano supporta la difesa del paese, disordine regionale, enfatizzato dai relativi partner internazionali (USA, Russia e Cina, in testa).

Il caso del Freud Museum, sullo sfondo il genocidio palestinese

Siamo a un passo concreto da una terza guerra mondiale, sicuramente già lo è, modello puzzle componibile (Coree, Taiwan, instabilità sudamericane, insorgenza africane) e il medio oriente ne rappresenta iconicamente la cartina tornasole. Gaza in blackout, Cisgiordania assediata, Yemen e Libano già bambordati, ora nuovi strike sull’Iran e in Europa si ha paura di parlare di genocidio del popolo palestinese.

Il vero nemico di Israele? Bibi

Oramai è chiaro che il vero nemico di Israele è il suo primo ministro, il pressing internazionale sulla crisi umanitaria di Gaza non è sufficiente, tanto che Israele apre un nuovo fronte in Iran, ignorando le relazioni in essere con gli USA (principali sostenitori di Israele) o forse facendo proprio il gioco di Trump?