Future missioni italiane, parla il Capo di Stato Maggiore della Difesa

“In linea con le indicazioni del Ministro della Difesa l’impegno sarà sempre più oggetto di un processo di valutazione che permetterà al Paese di disporre di chiari indicatori del conseguimento degli obiettivi posti sia a livello politico che tecnico-militare. Fin dalla delibera 2024 potremo fornire qualche iniziale evidenza degli effetti del nostro impegno militare in operazioni fuori dai confini nazionali alla luce dei criteri qualitativi e quantitativi. Parallelamente stiamo già lavorando alla definizione di un nuovo impianto della delibera missioni 2024 alla fine di arrivare alla sua approvazioni con tempistiche congrue”.

Lo ha detto il capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, nell’ambito dell’esame congiunto della deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell’Italia a ulteriori missioni internazionali per l’anno 2023.

“Abbiamo maturato differenti esperienze sia nell’ambito della risposta alla crisi ucraina che in altri contesti, come le attività di evacuazione di personale dall’Afghanistan nell’agosto 2021 con l’operazione ‘Aquila Omnia’ e prima ancora con la risposta anche militare all’esplosione al porto di Beirut con l’operazione ‘Cedri’ nell’estate 2020. Abbiamo toccato con mano specifiche vulnerabilità legate soprattutto alle tempistiche e alle modalità di approvazione dell’impiego dello strumento militare, non sempre compatibili con quelle relative alle eventuali necessità di un pronto impiego di forze. Questa esigenza – ha sottolineato – diventerà sempre più vincolante con la transizione al nuovo modello di forze della Nato e al nuovo costrutto dei piani Alleati per una risposta a una eventuale aggressione”.