L’Italia termina il comando della missione Nato in Iraq

La missione dell’Organizzazione del trattato dell’Atlantico nord (Nato) in Iraq continuerà a sostenere le forze di sicurezza del Paese attraverso l’addestramento e la consulenza militare. Ad affermarlo è stato il nuovo comandante della missione Nato in Iraq (Nmi), Josè Antonio Aguero Martinez, durante la cerimonia per il cambio di comando svoltasi oggi e che ha visto il passaggio di consegne dal generale Giovanni Maria Iannucci al suo successore spagnolo. Martinez, citato dall’agenzia di stampa irachena “Shafaq”, ha affermato:

“La Nmi sta operando su richiesta del governo federale di Baghdad e sebbene l’Iraq non sia in Europa, nel mondo di oggi i rischi non possono essere confinati a regioni specifiche. La Nmi richiede il sostegno degli ambasciatori degli Stati membri”.

Il Generale Iannucci ha invece detto:

“avverto tristezza per aver lasciato molti amici iracheni. L’esercito iracheno e’ stato fondato nel 1921 ed e’ uno dei piu’ forti della regione”.

Iannucci ha poi elogiato la cultura, le tradizioni e la capacita’ dell’esercito iracheno di preservare la sicurezza nel Paese.

“Siamo onorati di essere in Iraq e la cerimonia di cambio del comando riafferma il nostro impegno in questo Paese in modo aperto e non in segreto”

ha invece dichiarato il capo del Comando interforze della Nato, ammiraglio Stuart Munsch, aggiungendo:

“Abbiamo lavorato per sostenere l’Iraq, formare le generazioni attuali e future, e aiutarle a superare le sfide affrontate in passato. Il nostro impegno rimane quello di sostenere le istituzioni del Paese. La Nmi è un’entità forte grazie alle relazioni stabilite dal comandante Iannucci con i funzionari iracheni”

ha detto Munsch.

“Si tratta, in particolare, di una missione di addestramento e sostegno a favore del governo iracheno, fondata sul pieno rispetto della sovranità, indipendenza e integrità territoriale del Paese. Avviata nel 2018, l’obiettivo della missione è sostenere la capacità addestrativa delle forze irachene in una vasta gamma di settori: contrasto all’utilizzo di ordigni esplosivi improvvisati, bonifica e sminamento, pianificazione civile e militare, medicina militare, ecc; sostenere i ministeri pertinenti in Iraq nello sviluppo di una struttura militare sostenibile attraverso la cooperazione civile-militare; svolgere un’importante azione di contrasto al terrorismo sostenendo lo sviluppo delle capacità di sicurezza nazionale e prevenendo così il ritorno di Daesh (acronimo in arabo per Stato islamico dell’Iraq e del Levante)”.

Il 21 maggio scorso, il primo ministro dell’Iraq, Mohammed Shia al Sudani, durante un colloquio con Martinez, ha affermato:

“Abbiamo sottolineato la necessità di continuare a sviluppare le capacità e le competenze delle Forze armate irachene, di fronte alle sfide nel campo della sicurezza, che sono tra le priorità del governo”.

Nell’occasione, Sudani aveva elogiato gli sforzi della missione Nato nella formazione e nell’addestramento dei militari iracheni, impegnati a garantire la sicurezza e la stabilita’ in tutte le citta’ e le regioni del Paese, affrontando la principale minaccia, costituita dal terrorismo.